Ausl, la spesa per le bollette sale in un anno da 23 a 81 milioni

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Se il privato piange, il pubblico si dispera. In particolare il settore sanitario, dove i costi delle bollette, gas, ma soprattutto, luce, dipingono uno scenario catastrofico, da sprofondo economico-finanziario. Che in vista dell’inverno potrebbe, addirittura, peggiorare. Col rischio di incidere anche sui servizi ospedalieri e ambulatoriali. Spiega Marco Gregoretti, dirigente dello staff della direzione generale dell’Ausl Romagna: «I costi per l’elettricità, per il solo mese di luglio, sono cresciuti del 450% rispetto al 2021. Se lo scorso anno, infatti, abbiamo pagato 1,1 milioni di euro, quest’anno abbiamo raggiunto i 5 milioni di euro. E, ribadisco, parlo della sola bolletta di luglio. Perché se vogliamo mettere a confronto l’andamento dell’intero anno passato con le stime fatte per quello in corso, il quadro che ne esce è da mano nei capelli. Rispetto ad una spesa complessiva, gas per riscaldamento ed energia elettrica, del 2021 intorno ai 23 milioni di euro, a fine 2022 avremo un esborso di 81 milioni di euro, ovvero 58 milioni in più, pari ad una crescita del 248%. Per un’incidenza pari al 3% sull’intero costo di produzione: nel 2021 questo dato si era fermato all’1%».

Una situazione da brividi, dunque. Che nessuno avrebbe mai pensato di legare alla spesa per le bollette. Da sempre voce marginale dei bilanci aziendali e familiari.

Congiuntura sciagurata

«Siamo davanti ad una congiuntura che definire sciagurata è poco – aggiunge Gregoretti -. Tuttavia come Ausl ci siamo messi subito al lavoro, perché abbiamo un’attività istituzionale da garantire, oltre a recuperi delle liste d’attesa, causa covid, da garantire. E’ evidente che questi incrementi, da vera e propria sciagura, non possano essere affrontati con strumenti ordinari. Perché il livello del finanziamento statale e, quindi, regionale, verso la nostra Ausl, non è pari a quello di spesa: copre, infatti, solo eventuali incrementi di spesa standard e non eccezionali, come appunto quelli legati all’energia. Però stiamo cercando, tra le pieghe del bilancio, qualche margine di movimento per mitizzare, almeno parzialmente, questo incredibile aumento».

Si corre ai ripari

C’è però un’attività d’analisi in pieno svolgimento. Quella portata avanti, in Regione, da un gruppo di engineering manager, già operativo ancor prima della crisi-bollette. E che si occupa di energie pulite e rinnovabili. Sottolinea Paolo Bianco, dirigente tecnico engineering manager dell’Ausl Romagna: «Come Ausl Romagna, d’intesa con la linea seguita dalla Regione, abbiamo programmato, in ambito fotovoltaico, 1.000 kilowattora di impianti ridistribuiti nei vari presidi sanitari, ospedali, ambulatori, del Riminese, Ravennate, Cesenate. E che entreranno in funzione già entro l’anno. Il tutto per una spesa complessiva di 2,5 milioni di euro, finanziata per almeno un buon 40% da fondi Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale), che copre anche l’installazione di alcuni impianti di cogenerazione. Non solo. Stiamo anche riqualificando tutta l’illuminazione degli ospedali – continua Bianco – con la sostituzione di quindicimila corpi illuminanti: arriveremo a venticinquemila entro il prossimo anno».

Governo aiuto

Politiche aziendali di prospettiva futura, ma incapaci da sole di fronteggiare l’attuale tempesta. Conclude il dirigente di Ausl Romagna Bianco: «Il governo dovrebbe intervenire, con provvedimenti ad hoc, per calmierare il prezzo del gas, in modo tale che si riduca anche quello elettrico, visto che le due voci di spesa sono sempre legate».

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