Ausl Imola, Cisl convinta a metà: "Servono nuove assunzioni"

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«È il momento di passare dalle parole ai fatti. Senza investimenti sul personale rischiamo di costruire solo scatole vuote». Usa parole che pretendono una risposta dalla politica il segretario della Cisl Fp dell’area metropolitana bolognese, Stefano Franceschelli. Il motivo è presto detto: la “marea” di finanziamenti per gli investimenti strutturali e tecnologici dell’Ausl di Imola, come li ha definiti lo stesso direttore generale Andrea Rossi lunedì in commissione Sanità, non vedono al momento una contropartita per il personale. Ancora incerto anche il futuro della governance di Montecatone. Anche su questo è la politica ad avere l’ultima parola, ma non è ancora arrivata la risposta del sindaco Marco Panieri, cercato dal Corriere Romagna.

Personale

Non è tutto oro quel che luccica. Perché a fronte dei quasi 32 milioni di euro che finanzieranno ampliamenti e ristrutturazioni ospedaliere e il rinnovo di molte dotazioni, nessuna cifra è stata finora annunciata per il personale. Un rischio, quello di «un lifting strutturale e tecnologico senza un investimento adeguato sulla parte corrente», riconosciuto da Rossi stesso qualche giorno fa. «Il personale aspetta parole di chiarezza – denuncia la Cisl –. Due priorità ancora non trovano risposta: un piano di assunzioni che vada oltre la logica del turnover e l’adeguamento dei fondi contrattuali per la valorizzazione del personale. È positivo apprendere di investimenti che daranno alla cittadinanza più tecnologie sanitarie ma ancora oggi diversi servizi sanitari e amministrativi sono in sotto numero. Per non parlare dei 1.100 lavoratori che avrebbero i requisiti per avere una progressione economica che però è loro preclusa a causa della ristrettezza delle risorse nei fondi di contrattazione aziendale», afferma Franceschelli.

Montecatone

L’altro ingombrante interrogativo è quello che riguarda l’istituto di Montecatone. «Sono anni che sentiamo parole di lode per questa eccellenza che però rischia di essere messa in discussione in assenza di un suo rilancio pubblico – continua Franceschelli, ricordando l’istanza della Cisl di tre anni fa per inserirlo nella rete Irccs –. Argomento che ha riscontrato l’interesse delle istituzioni e della direzione stessa che in questi anni hanno studiato alcuni possibili scenari. È il momento di passare dalle parole ai fatti: l’Istituto ha bisogno di inserirsi nella rete di competenze del pubblico. Senza un investimento sul personale è a rischio anche il rinnovo del contratto decentrato costruito faticosamente che garantisce ai lavoratori di Montecatone le stesse condizioni dei colleghi del pubblico, conclude Franceschelli.

Per Rossi la palla è ora in mano alla «politica regionale, che discuterà le varie opzioni formalizzate per la trasformazione pubblica dell’istituto, per cui si va dall’accorpamento alla creazione di una Ausl autonoma con la fusione con il Bellaria».

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