Ausl: "I contagi saliranno tra ragazzi e non vaccinati"

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«Per le prossime settimane c’è da aspettarsi una crescita notevole del numero dei casi, che interesserà soprattutto i giovani e le persone non vaccinate, e un aumento notevole dell’incidenza. Non ci aspettiamo, invece, una seconda invasione degli ospedali».

Raffaella Angelini, direttrice del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl Romagna, prova a fare un punto della situazione pandemica, mentre la variante Delta ha anticipato una nuova fase di espansione di più di un mese rispetto allo scorso anno, quando la ricrescita dei casi si era registrata solamente dopo Ferragosto.


Sono tre i versanti su cui l’Azienda usl si sta muovendo per cercare di contenere la variante più contagiosa del virus: «Facciamo il massimo grado di tracciamento possibile – spiega Angelini –. Per il momento i casi sono ancora pochi e siamo in grado di tracciarli tutti».

Poi «facciamo molti tamponi anche a persone che non risultano fra i contatti più stretti – aggiunge –, ma che si sono trovate in luoghi in cui si sono verificati dei casi».

Infine, «continuiamo a lanciare l’appello a vaccinarsi – conclude –, perché è l’unica strada. E’ la nostra arma vincente e la dobbiamo sfruttare».


Rimini è la provincia più colpita, e «i fattori che incidono sono diversi – osserva la direttrice –. Il basso numero di vaccinazioni, l’offerta di innumerevoli occasioni di socializzazione e di divertimento che sono allo stesso tempo occasioni di affollamento, e il turismo».

In generale, non sono di aiuto i comportamenti individuali, spesso non rispettosi dei pochi obblighi tuttora in vigore, primo fra tutti quello dell’utilizzo della mascherina: «Le regole funzionano soltanto se le persone comprendono che rispettarle è nel loro interesse – commenta –. E’ vero che la mascherina non è più obbligatoria all’aperto. Nel caso in cui, però, ci si trovi in una condizione in cui non può essere rispettato il distanziamento, bisogna indossarla. Le scene che abbiamo visto dopo le partite, con tante persone senza mascherina tutte assembrate, rappresentano la classica condizione in cui il virus, se c’è, si trasmette».

Insomma, «dobbiamo imparare a convivere con questa malattia – rilancia –. E questo non significa che non possiamo più fare le stesse cose che facevamo prima, ma semplicemente che le dobbiamo fare in maniera differente».


Un ultimo pensiero va al prossimo anno scolastico, per cui «è difficile fare previsioni adesso – osserva Angelini –. La copertura vaccinale fra i 12-19enni continua ad aumentare, però non così velocemente quanto vorremmo».

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