L'Ausl Romagna: "Covid, picco a Natale. Dobbiamo proteggerci"

La ripresa dei contagi potrebbe essere solo all’inizio, perché secondo la direttrice del dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl Romagna, Raffaella Angelini, «è a Natale che vedremo il picco». Davanti a questo quadro in continua mutazione, l’esigenza è quindi quella di tornare a parlare dei fondamentali, ossia di quelle “tre m” (mascherine, metro di distanza tra le persone e mani sempre igienizzate) che sono alla base della prevenzione, ma che in troppi sembrano essersi dimenticati.

Dottoressa Angelini, partirei dalla vaccinazione con la terza dose. Come sta andando in Romagna?

«Da quando abbiamo cominciato, si sono sottoposte alla terza dose quasi 80mila persone. Un numero interessante, ma non amplissimo. La vaccinazione si muove, ma non con la velocità che servirebbe. Lo dice il fatto che nei centri vaccinali continuiamo a registrare diversi posti vuoti. Parlando invece in generale, la Romagna si sta attestando su ottimi numeri, abbiamo infatti l’88% di vaccinati con almeno una dose e l’85,7% di vaccinati con due dosi. L’altra cosa interessante è che ogni giorno c’è un numero costante di prime dosi».

Di quante persone stiamo parlando?

«Intorno alle 200 al giorno. Non sono numeri enormi, ma comunque buoni, che dimostrano come la sensibilità verso il vaccino sia in crescita».

Ora che stiamo andando verso i mesi freddi, ma soprattutto verso le festività, temete un aumento dei contagi? E fa bene il Governo a ragionare su nuove strette, come ad esempio quella di ridurre la validità del green pass a 9 mesi invece che 12?

«Parto dalla fine, per dirle che il fatto stesso che il Governo ci dice di fare la terza dose dopo sei mesi dalla seconda, vuol dire che dopo sei mesi bisogna cominciare a preoccuparsi. Non dimentichiamoci mai che questo virus noi lo stiamo studiando mentre si verifica. Anche il green pass non è la certezza assoluta, perché nessuna misura è a rischio zero, a parte un’ampia vaccinazione della popolazione. Venendo alle festività, stiamo andando incontro a un periodo sicuramente difficile e a Natale ci aspettiamo il picco dei contagi».

I sindacati dicono che i luoghi di lavoro sono sicuri, lei concorda? E allora dove avvengono i contagi?

«Nei luoghi di lavoro, effettivamente, i protocolli messi in atto stanno funzionando, tanto è vero che abbiamo avuto pochissimi cluster e piuttosto piccoli. Oggi i contagi avvengono nelle famiglie e nelle condizioni ludiche. Tra l’altro, ci tengo a precisarlo, molti dei contagi che registriamo sono sui giovanissimi sotto i 12 anni».

La sensazione è che in troppi si siano dimenticati dei dispositivi di protezione, è vero?

«Purtroppo, quello che lei dice è reale. Chi ha fatto il vaccino si sente immune, mentre chi non l’ha fatto se ne disinteressa. La verità è che mascherine, metro di distanza e mani sono ancora oggi le misure fondamentali, insieme al vaccino, per combattere questa nuova ondata».

Cosa pensa dell’Austria che ha preso la strada del lockdown parziale per i no vax?

«La sensazione è che si voglia dare, in questo modo, una spinta forte verso la vaccinazione. Mi lasci però dire che nel confronto con l’estero, per quanto riguarda la battaglia contro il Covid, l’Italia vince».

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