Aumentano le richieste di credito dalle imprese emiliano-romagnole

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La pandemia da Covid-19 ha generato uno shock economico senza precedenti, che ha colpito immediatamente e duramente il tessuto economico nazionale. La conseguente contrazione dei ricavi e il rallentamento dei flussi di cassa hanno determinato un significativo fabbisogno di liquidità, che ha indotto le imprese a intensificare la propensione a rivolgersi agli istituti finanziari

In Emilia Romagna, dopo un 2020 che complessivamente si era caratterizzato per una crescita delle richieste di credito presentate dalle aziende prossima al 10%, nel primo trimestre 2021 si è registrato un’ulteriore accelerazione, pari a +14,3% rispetto al corrispondente periodo 2020.

Al contempo è cresciuto anche l’importo medio richiesto dalle imprese, che in regione si è assestato a 70.833 Euro, con un +14,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

È quanto emerge dall’analisi delle istruttorie di finanziamento registrate su EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF. Entrando nel dettaglio delle singole province, l’andamento delle richieste presenta intensità diverse, con una variazione che passa dal +3,6% di Forlì-Cesena e di Parma al +26,7% di Piacenza. Il tasso di crescita risulta superiore al 20% anche a Ravenna (22,3%) e Bologna (+20,6%). Forlì-Cesena è invece la provincia in cui l’importo medio risulta più elevato (85.972 Euro), seguita da Modena (84.197 Euro) e Bologna (79.444 Euro). All’opposto, l’ammontare più basso è stato riscontrato a Rimini (42.154 Euro) e a Ravenna (56.774 Euro).

Entrando nel dettaglio, in regione più della metà delle richieste (il 56,5% del totale, per la precisione) è stato presentato da ditte individuali e imprese di piccola dimensione, mentre solamente il 7% del totale è riconducibile ad aziende di fatturato superiore ai 10 milioni di Euro.

Relativamente alla distribuzione per macro settori, in Emilia Romagna il 40,4% delle richieste di credito riguarda imprese attive nell’industria, contro il 38,4% dei servizi, l’11,5% del commercio al dettaglio e il 9,7% del commercio all’ingrosso.


Un sostegno concreto da aiuti di Stato e moratorie

Per avere una misura degli impatti causati dal rallentamento del ciclo economico è utile fare riferimento ad uno studio prodotto da CRIBIS - società del gruppo CRIF specializzata nella business information – dal quale emerge che nello scorso anno il numero di aziende italiane che ha pagato i propri fornitori con oltre 30 giorni di ritardo ha raggiunto il 12,8%, un dato più che raddoppiato rispetto a dieci anni fa, cui va aggiunto un altro 51,5% che ha saldato le fatture commerciali con un ritardo inferiore al mese.

Relativamente all’Emilia Romagna, le fatture saldate in grave ritardo dalle imprese rappresentano l’8% del totale, cui va aggiunta una ulteriore quota del 47,2% per le quali il ritardo è risultato inferiore al mese.

Analogamente si rilevano i primi segnali di difficoltà nel rimborsare anche i finanziamenti erogati dalle banche, con il tasso di default delle imprese che nell’ultima rilevazione risulta compreso tra 2,5% e 3,5%.

Per mitigare il deterioramento della rischiosità del credito un ruolo fondamentale è stato giocato dalla moratoria varata dal Governo. Nello specifico, in Emilia Romagna un quarto dei contratti di finanziamento ha beneficiato del provvedimento (il 25,1% del totale, per la precisione), consentendo alle aziende di sospendere il pagamento delle rate sui finanziamenti in essere. In questo scenario fortemente condizionato dall’emergenza pandemica, altrettanto fondamentali sono stati gli aiuti di Stato concessi alle imprese: secondo l’Osservatorio di CRIBIS sono state oltre 1.200.000 le aziende italiane che nel corso del 2020 hanno ricevuto aiuti di Stato, pari al 22,5% del totale nazionale, per un totale di circa 103 miliardi Euro. Relativamente all’Emilia Romagna, sono state oltre 96.000 le imprese che hanno ricevuto aiuti di Stato, che rappresentano circa il 23% del totale delle aziende attive sul territorio. Inoltre, con 10,93 miliardi di Euro si colloca al terzo posto (alle spalle solamente di Lombardia e Veneto) tra le regioni che, in valore assoluto, hanno ricevuto più aiuti di Stato.

«Le previsioni contenute nell’ultimo Osservatorio Pulse di CRIF sottolineano come il crollo del fatturato delle imprese registrato nel 2020 non verrà recuperato interamente nel corso dell’anno corrente. Al contempo, le aziende patiscono anche l’allungamento dei ritardi nei pagamenti commerciali, specie nei settori più ciclici ed esposti alle dinamiche dei consumi, che non a caso sono anche quelli che stanno soffrendo di più a causa della pandemia. Per molte aziende questo determina l’esigenza di reperire significativi importi di nuova finanza, fino a coprire addirittura il 50% del fatturato per i settori maggiormente colpiti dall’emergenza» - commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF.

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