Annuncia attentato a Rimini, studente 15enne di Trento denunciato

Rimini

RIMINI. La ragazzata “Buonasera, volevo avvertire che ci sarà un attentato terroristico nella zona di Rimini”, è costata cara a un 15enne di Trento. A causa della telefonata anonima nella sede della Pro loco di un Comune della Valmarecchia l’adolescente è stato denunciato per procurato allarme.

Il fatto, di cui si sono occupati i carabinieri della Compagnia di Novafeltria, è avvenuto sabato 4 maggio quando, come segnalato dal presidente della Pro loco, alle 21 “una voce maschile, ferma e sicura, senza rumori di fondo” ha annunciato un attentato terroristico che ci sarebbe stato, a breve, in Provincia di Rimini. Il responsabile dell’associazione ha immediatamente allertato il sindaco ed è stato sentito dai militari che, di concerto con l’autorità giudiziaria, hanno fatto partire le indagini tecniche.

In poche ore il telefono è stato individuato in Provincia di Trento in un luogo coincidente con la residenza dell’intestatario, un incensurato, commerciante di 51enne. “Immediatamente scattava il controllo - riferisce il capitano Silvia Guerrini, comandante della Compagnia dell’Arma di Novafeltria – in collaborazione con i Carabinieri di Trento che nel cuore della notte hanno bussato alla porta del commerciante trentino, rimasto sbalordito alla vista dei colleghi a differenza di suo figlio 15enne che invece ha subito capito il motivo della visita”.

Sebbene il ragazzo abbia subito confessato ai genitori ed ai militari la propria responsabilità, l’abitazione è stata ispezionata e padre e figlio sono stati accompagnati in caserma per essere ascoltati. Il ragazzino, molto affranto, ha detto che tutto voleva essere solo uno scherzo. Ma perché chiamare proprio un Comune della Valmarecchia? Perché, si sarebbe giustificato, aveva ideato lo scherzo quando un mese fa era stato in gita in Valmarecchia e di aver chiesto all’interlocutore di “avvertire la popolazione” per avere un riscontro mediatico trovandosi a distanza.

La tempestività degli accertamenti e l’immediata individuazione del ragazzo hanno evitato di avviare procedure di emergenza e pubblica sicurezza sul territorio ma hanno comunque destato allarme nell’amministrazione comunale oltre che oberato di lavoro inutile organismi giudiziari, investigativi e di pronto intervento, forze distratte per nulla. Pur ritenendo il ragazzo attendibile, gli accertamenti si sono poi rivolti ad accertare che il cellulare fosse, davvero, soltanto in uso esclusivo al minore per scongiurare ogni dubbio su altri possibili attori e scenari dietro il gesto. All’esito dell’indagine lo studente è stato denunciato alla Procura presso il Tribunale per i minorenni di Trento.

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