Ascesa e tramonto dei sogni di Forlì, brava Ravenna a risollevarsi in tempo

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La stagione più tormentata di sempre del basket italiano si è chiusa, almeno per le romagnole, martedì sera con l’eliminazione, a testa altissima, dell’OraSì Ravenna in gara cinque dei quarti playoff a Voghera. Si apre quindi il tempo dei bilanci che, mai come in passato, vanno interpretati e modulati alla luce delle tantissime difficoltà incontrate: il Covid, l’assenza del pubblico, la crisi economica e la fuga degli sponsor, regole incerte, formule almeno discutibili e chi più ne ha più ne metta. Insomma, la mancanza completa di certezze ha fatto da scomodissima compagna di viaggio ad un mondo, come quello delle società sportive, sempre molto legato ai propri capisaldi. Cambiare di continuo le date delle partite, doversi sottoporre a controlli medici ripetuti, giocare con regole nuove e senza, oggettivamente, la condizione ritenuta necessaria dell’equità competitiva. La pazienza, e la sanità mentale aggiungiamo noi, di tutti i protagonisti è stata messa a dura prova, intendiamo quella di dirigenti, giocatori, allenatori e dei componenti dello staff inteso a 360°. E’ stato scritto più volte durante la stagione: mai, come in passato, l’importante era giocare. Perché fermarsi avrebbe inferto un duro colpo a tutto il movimento, checché ne dicano ancora alcuni dirigenti poco illuminati. E allora i giudizi finali vanno calmierati su questa (de)coubertiniana premessa, sottolineando come le romagnole abbiano fatto alla grandissima la propria parte per il bene comune.

UNIEURO FORLI' voto 6

E’ la media fra il 9 meritato per l’eccezionale stagione regolare e il 3 dei playoff perché, capiamo tutto, ma farsi eliminare da un’Eurobasket Roma senza Gallinat e subendo le triple di Valerio Staffieri (!), beh grida vendetta. Sulle ragioni di tale improvvisa esplosione si potrebbe parlare all’infinito, di certo Roderick ha dimostrato definitivamente la propria inaffidabilità a lungo corso e l’operazione Radic ha scombinato una squadra già sull’orlo di una crisi di nervi. Occhio, però, pensare che sia tutto da buttare sarebbe, a nostro modo di vedere, l’errore più grande. Forlì è stata a lungo la migliore squadra del campionato e allora di qui bisogna ripartire, con opportuni cambiamenti vero, ma senza farsi prendere da una nociva frenesia rivoluzionaria. Proprio quella frenesia che, forse, con l’acquisto di Radic ha contribuito la stagione forlivese a chiudersi troppo, malettamente, in anticipo.

ORASI’ RAVENNA voto 6

Non tutti gli anni ti ritrovi Charles Thomas in squadra, logico allora che le sofferenze iniziali, acuite dal lutto non ancora elaborato per la sospensione dello scorso torneo, abbiano spinto la squadra di Cancellieri ben lontana dai propri obiettivi. Aggiungiamo che ritrovarsi un presidente continuamente rattristito per la partenza del campionato, non aiuti, e che il Covid a spezzare il ritmo ad inizio stagione, non aiuti ancora di più. Ravenna è stata brava a risollevarsi, ad evitare il peggio quando tutti i finali punto a punto sembravano indurre tragici pensieri, e ci è riuscita grazie al talento senza tempo di Daniele Cinciarini, unito all’infaticabile lavoro tecnico di coach Cancellieri. Certo in futuro servirà molta meno esasperazione (brutto l’episodio di Chieti) e tenere a mente che la pallacanestro resta una sport. Vincere o perdere non è l’unica cosa. Ce ne sono di altre molto più importanti. E l’ultimo anno e mezzo lo ha ricordato a tutti.

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