Il nuovo anno comincia con un grande classico al Teatro della Regina di Cattolica, Cyrano De Bergerac, in scena questa sera con un adattamento teatral-musicale creato e interpretato da Arturo Cirillo.
Cyrano De Bergerac è la celebre commedia teatrale pubblicata nel 1897 dal poeta drammatico francese Edmond Rostand (1868 -1918) e ispirata alla figura di Savinien Cyrano de Bergerac, fra i più estrosi scrittori del Seicento francese.
Della famosa e triste vicenda d’amore tra Cyrano, Rossana e Cristiano, Cirillo ne fa un musical, sul ricordo di quello visto personalmente da ragazzino, uno show tutto lustrini ed effetti di luce, con la complicità delle trovate sceniche di Dario Gessati e tanta musica a commentare l’azione.
«Andare con il ricordo a un musical da me visto da ragazzino a Napoli, nell’ancora esistente teatro Politeama, è stato il primo moto di questo nostro nuovo spettacolo – commenta Cirillo –. Il musical in questione era il Cyrano tratto dalla celeberrima commedia di Rostand, a sua volta ispirata a un personaggio storicamente vissuto, coetaneo del mio amato Molière. Riandare con la memoria a quella esperienza di giovane spettatore è per me risentire, forte come allora, l’attrazione per il teatro, la commozione per una storia d’amore impossibile e quindi fallimentare, ma non per questo meno presente, grazie proprio alla finzione della scena».
«Lo spettacolo che almeno trentacinque anni dopo porto in scena non è ovviamente la riproposizione di quel musical (con le musiche di Domenico Modugno) – prosegue l’attore protagonista, che ne ha curato anche l’adattamento –, ma una continua contaminazione della vicenda di Cyrano di Bergerac, accentuandone più il lato poetico e visionario e meno quello di uomo di spada ed eroe della retorica, con delle rielaborazioni di quelle musiche, ma anche con elaborazioni di altre musiche, da Édith Piaf a Fiorenzo Carpi. Un teatro canzone, o un modo per raccontare comunque la famosa e triste vicenda d’amore tra Cyrano, Rossana e Cristiano attraverso non solo le parole ma anche le note, che a volte fanno ancora di più smuovere i cuori, e riportarmi a quella vocazione teatrale, che è nata anche grazie al dramma musicale di un uomo che si considerava brutto e non degno d’essere amato.
Un uomo, o un personaggio, in fondo salvato dal teatro, ora che il teatro ha più che mai bisogno di essere salvato».
Buio in sala alle 21.
Info: 0541 966778