Artisti di Romagna: Antonio Basoli, talento grafico e pittorico

Archivio

A ntonio Basoli (Castel Guelfo 1774 – Bologna 1843) allievo a Bologna delle Scuole Pie poi dei Padri Scalzi, nel 1786 si iscrive alla facoltà di Architettura dell’Accademia Clementina. Terminati gli studi, partecipa alla vita artistica della città frequentando i bolognesi Pelagio Pelagi, Petronio Fancelli e la cerchia del mecenate-collezionista Carlo Filippo Aldrovandi, membro del Senato, rappresentante del governo provvisorio durante l’occupazione napoleonica: il primo nobile a indossare la coccarda tricolore repubblicana dopo l’arrivo dei francesi. Nel 1803 Basoli inizia la sua carriera come professore alla Scuola di Ornato prima come associato poi come titolare di cattedra quando, in seguito all’occupazione napoleonica, la Clementina viene soppressa e sostituita dall’Accademia Nazionale di Belle Arti. Incarico che mantiene per tutta la vita.

Un “verucchiese”

Innocenzo Giungi (1797 - 1841), nel 1820 ne scolpisce il busto in gesso conservato nella galleria dell’Accademia. Allievo di Giuseppe De Maria, Giungi viene definito “verucchiese” da Giuseppe Pecci nella sua Guida storico-artistica di “Verucchio e la sua Rocca” pubblicata dall’Enit nel 1962 quale autore del gruppo in terracotta “Il Precursore che battezza Gesù” nel battistero della Collegiata, rubato nel 1977 secondo quanto riporta la Fondazione Zeri dell’Università di Bologna. Nel 1805 Basoli ottiene il pensionato artistico a Roma dove esegue una grande quantità di disegni e schizzi che utilizzerà nella sua produzione futura.

Grande scenografo

Appena ottenuto il diploma inizia una intensa attività di decoratore d’interni nella sua città e altrove, che mantiene durante l’insegnamento universitario. In parallelo porta avanti la professione di straordinario scenografo teatrale per i teatri più importanti di Bologna, della Romagna e delle Marche, muovendosi anche fra Venezia, Firenze, Siena, Mantova, molti capoluoghi Emiliani, poi a Milano nel 1818.

Nel 1822 abbandona la scenografia e quattro anni dopo la decorazione continuando a disegnare e dedicarsi alla pittura da cavalletto dopo la perdita dell’occhio destro in seguito all’aggressione che subisce nel ’37. Il Gabinetto delle Stampe dell’Accademia di Belle Arti di Bologna conserva oltre 10.000 opere sue, fra disegni, acquerelli e stampe.

La mostra del 2014

Nel 2014, l’Accademia bolognese con il Comune e i Musei Comunali di Rimini presentano alla prima edizione della Biennale del Disegno: “Antonio Basoli. Il giro intorno al mondo”. Mostra e catalogo curati da Eleonora Frattarolo, dove è ampiamente documentata l’importanza dell’artista con scritti critici e un ampio repertorio di opere. Archivista meticoloso, dal 1810 Basoli raccoglie molta parte della sua produzione in album e raccolte di prospettive, paesaggi, scene teatrali, vedute di Bologna, illustrazioni delle favole di Esopo, le formidabili “Quattro parti del mondo” (1837-38) e il famoso “Alfabeto pittorico” (1843-45) la proiezione architettonica di strutture e figure l’iniziale delle quali riporta alla lettera raffigurata.

Talento fuori dal comune

Un talento grafico e pittorico fuori dal comune con la sorprendente produzione di scene e panorami d’invenzione mediati da raffigurazioni letterarie di paesi lontani realizzati con una precisione superlativa da un artista che di fatto non ha mai viaggiato. Sorprende quanto il suo mondo immaginario sia in anticipo coi tempi. Lo si ritrova ancora oggi nella grafica delle nuove generazioni di artisti che illustrano storie gotiche o di avventure esotiche e di archeologia fantastica o, ancora di più, di fantascienza.

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