Arte e moda a Forlì: oggi l'inaugurazione della mostra VIDEO

Catturano lo sguardo dall’abside della ex chiesa di San Giacomo il dipinto di William Hamilton in cui Maria Antonietta, “vedova Capeto”, viene portata al patibolo, e il ricchissimo abito da sera dalla vita davvero di vespa. I visitatori della mostra “L’arte della moda” che sarà allestita fino al 2 luglio ai Musei San Domenico di Forlì, camminano nella navata della bellissima ex chiesa domenicana, fra abiti del Settecento e ritratti di uomini, di donne, di famiglie reali come quello di Ferdinando IV di Borbone realizzato da Angelika Kauffmann, fino a trovarsi di fronte al meraviglioso, improbabile abito bianco e verde acqua. John Galliano lo disegna per la maison Dior ispirandosi proprio a Maria Antonietta, “influencer” del XVIII secolo capace di lasciare tracce nella moda del proprio tempo, e molto oltre. E allora si chiarisce qualche chiave di lettura di una mostra che farà notizia e che già ora registra circa 30.000 prenotazioni.

Gianfranco Brunelli

«Ci auguriamo di tornare ai livelli pre-Covid – afferma infatti Gianfranco Brunelli, coordinatore per la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì di tutte le grandi mostre dei Musei San Domenico – con una esposizione davvero nuova, diversa da quelle degli ultimi anni, la prima in Italia su questo tema per profondità, articolazioni, dimensioni, visto che accoglie circa 300 fra dipinti statue, abiti, scarpe… Anche il periodo toccato è estremamente significativo, va dalla Rivoluzione francese e l’Ancien Régime alla seconda metà del Novecento, alla Pop Art: secoli in cui emerge come arte e moda siano espressioni sorelle, capaci di dialogare e di rispecchiarsi continuamente l’una nell’altra». La mostra si dipana anche secondo un percorso cronologico, che vede al piano terra abiti e dipinti del Sette e Ottocento, mentre dalla prima sala del piano superiore si entra nel Novecento. «La mostra – spiega Brunelli – intende dimostrare che la moda porta in sé l’idea del cambiamento come valore perenne. La forza del suo sviluppo è proprio una sorta di contraddizione interna, che comporta l’essere continuamente nuovi e allo stesso tempo ottenere il consenso. È innegabile che oggi la moda mano a mano che penetra in tutti i settori della società ubbidisca alle leggi del mercato, il che implica una industrializzazione e il ricorso a nuove tecnologie. Ma se vogliamo individuare un punto d’inizio in cui essa diventa specchio e motore della società, lo vediamo nella Rivoluzione francese. Con il primo vero cambiamento sotto le bandiere della libertà e dell’uguaglianza, del coinvolgimento femminile, questa forma definitivamente si impone».

Donne protagoniste

Sono tante le donne in questa mostra: i loro vestiti, i ritratti, anche le loro opere. «Ci sono periodi storici come l’ultima parte del ’700, in cui pittori come Reynolds, Gainsborough, Romney nei ritratti esprimono un sentimento, rappresentano cioè il soggetto come vuole essere. E nelle figure femminili, ma anche in quelle maschili dei protagonisti del Grand Tour c’è l’espressione di questo sentimento, direi pre-romantico, di quale sia il sogno di quelle vite». Varie sale propongono la proiezione di scene di grandi film o immagini fotografiche che raccontano per esempio la Parigi degli inizi del Novecento. «Il cinema e anche la fotografia hanno diffuso, riletto e rappresentato con nuovi stilemi la moda: e dove si è visto un Ottocento più bello che in pellicole come il “Gattopardo”, o lo spirito degli anni Cinquanta di “Vacanze romane”». Anche l’allestimento infatti sorprende: ti fa incontrare qui una radiosa Claudia Cardinale che volteggia sulle note di un valzer di Strauss, lì Audrey Hepburn e Gregory Peck occhi negli occhi, mentre grandi vetrine a base triangolare nelle salette del piano terra custodiscono graziosi abiti borghesi da mattina di fronte a opere Lega o di Fattori. Sali il grande scalone: e inizia il Novecento. «Quel Novecento – ancora Brunelli – in cui gli artisti diventano disegnatori di moda, o addirittura creano campagne pubblicitarie per le grandi maison, come De Chirico nel 1936-37 negli Stati Uniti, mentre dobbiamo ricordare come negli anni Sessanta Germana Marucelli stabilisca rapporti con grandi poeti fra cui Ungaretti. Ma in realtà tutti i grandi stilisti del Novecento rileggono la loro contemporaneità, in un dialogo serrato con gli artisti del loro tempo: Capogrossi, Fontana, Mondrian… E rileggono però anche il passato, le radici dell’oggi: la mostra intende proprio evidenziare questi legami profondi».

Boldini e Valentino

E se fuori dalla prima sala sono ancora le dame ritratte da Boldini ad accogliere i visitatori, con i loro abiti di mussola e raso, con le collane che li impreziosiscono e i ricami, il primo piano, la Galleria sospesa e la Sala ovale sono appunto il regno del Novecento. Preceduto nella prima sala da abiti e dipinti della Secessione fra i quali spicca una creazione di Valentino ispirata ai disegni di Joseph Hoffman, il percorso si snoda fra gli anni Venti e la “Perdita del centro” determinata dalla crisi del 1929, con opere di Vinicio Paladini e abiti della maison Worth. Nella Galleria incontri “Autunno e “Petronio” di De Chirico, mentre dal suo ritratto la contessa Mara Braida Carnevale osserva incuriosita, esposto accanto a sé, l’abito nero con preziosi ricami bianchi che lei stessa sta indossando. Non si potrà non sospirare davanti all’eleganza delle scarpe di Ferragamo, mentre nella Galleria sospesa accoglie i visitatori un manichino con una creazione ispirata a Fontana davanti a cui campeggia un quadro con i famosi “tagli”. Anche la saletta dell’Ebe di Antono Canova accoglie due creazioni, due abiti scuri che esaltano il candore di quel marmo danzante. E infine nella Sala ovale ci si perde davanti a un piccolo Matisse, “Femme et anémones”, ai cui colori fanno da contrappunto due abiti ricamati di Giorgio Armani. Passato e presente, insomma, arte e moda: in un dialogo inedito, forse inaspettato, che, per la prima volta, viene messo in scena a Forlì. Questo pomeriggio dalle ore 17 al teatro Diego Fabbri la presentazione dell’esposizione a invito, con la presenza del presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Maurizio Gardini e del sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini. A seguire la visita guidata della mostra per gli ospiti dell’evento inaugurale. E domani, sabato 18 marzo, l’apertura al pubblico.

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