Arrestato il rapper Baby Gang: il questore di Rimini lo aveva cacciato dalla riviera per tre anni

Riccione

Lo scorso agosto il suo nome aveva riempitole pagine dei giornali, perché indispettito dall’impossibilità di esibirsi al Byblos e al Peter Pan causa Covid, aveva trovato il modo di far sobbalzare ed indignare la sindaca di Riccione Renata Tosi. Aveva infatti annunciato che sarebbe tornato nella Perla Verde, ma solo per «zanzare (ovvero derubare ndr) i turisti». Questa dichiarazione al rapper 20enne Zaccaria Mouhib alias Baby Gang è valso il foglio di via obbligatorio con cui il questore Francesco De Cicco lo ha bandito per tre anni da tutti i comuni della fascia costiera: Cattolica, Misano Adriatico, Riccione, Rimini e Bellaria Igea Marina. Un problema che da mercoledì scorso Baby Gang non ha più. È stato infatti arrestato e rinchiuso in carcere al termine di due indagini parallele poi confluite in un unico fascicolo condotte dai carabinieri di Pioltello (Milano) e dall’Ufficio prevenzione generale soccorso pubblico del capoluogo meneghino. In manette ma agli arresti domiciliari, sono finiti anche altri due rapper Amine Ez Zaaraoui e Samy Free. Al terzetto vengono contestate le aggressioni avvenute alle Colonne di San Lorenzo e in piazza Vetra, a maggio 2021, dove le vittime sono state bloccate e colpite con pugni al petto e con schiaffi prima di essere derubate delle rispettive collanine d'oro. A luglio, invece, a Vignate, due persone erano state avvicinate da due giovani, di cui uno armato, che avevano rubato loro denaro, auricolari e le chiavi dell'auto perché non li seguissero.

L’indagine

Nelle oltre 300 pagine di atti redatti della Procura della Repubblica è scritto che Baby Gang «rapper molto seguito dai giovani sui vari social network» ha «utilizzato la sua influenza per promuovere in zone aperte al pubblico delle riunioni non autorizzate che sono sfociate in scontri con le forze dell'ordine, creando in tal modo situazioni di serio pericolo per la sicurezza». Come avvenuto il 10 aprile dello scorso anno a Milano dove, per «registrare un videoclip» musicale con Neima Ezza, aveva radunato «circa 300 giovani» nella zona di San Siro. E il tutto, poi, si era concluso con un lancio di oggetti contro le forze dell'ordine.

I precedenti

Questa è solo l’ultima disavventura giudiziaria per Baby Gang. Tra il 2020 e il 2021 il rapper più controverso della nuova generazione dell'hip hop italiano è stato deferito per i reati di diffamazione e violazione della proprietà intellettuale, istigazione a delinquere, porto abusivo di armi, vilipendio della Repubblica, delle istituzioni e delle forze armate, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.

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