Vela, MiniTransat. Il racconto di Rosetti in Atlantico tra pesci volanti e orche in agguato VIDEO

RIMINI. La barca che viaggia bene. Il comando della flotta. La paura delle orche. Il meteo che cambia e ti fa perdere posizioni. Il recupero. Il pensiero alla prossima tappa in partenza sabato 28 ottobre per Guadaloupe (2700 miglia). Luca Rosetti, 28 anni, ha preso un volo dalle Canarie ed è tornato per qualche giorno in Italia in attesa di riprendere il largo con la MiniTransat, la transatlantica in solitaria dedicata alla classe Mini (6,50 metri di lunghezza). Ieri è passato a trovare gli amici del Club Nautico Rimini, il circolo che lo ha visto prima come istruttore e poi come portabandiera nella vela d’altura in solitaria, e ha ripercorso mentalmente quei dieci giorni di mare tra Les Sables D’Olonne (Francia) e La Palma (Canarie), quelle 1300 miglia che hanno confermato la sua bravura e le possibilità della barca di stare tra i primi. Ad accoglierlo, tra gli altri, il vicepresidente del Club Nautico Andrea Musone, il presidente della XI zona Fiv Manlio De Boni e il responsabile degli eventi e pubbliche relazioni e attività sociali e culturali Mario Monetti. «Devo ringraziare il Club Nautico Rimini», dice Luca, «se quello che una volta era un sogno oggi è diventato un progetto solido».

Un progetto che lo ha portato a stabilirsi a Lorient in Francia, dove i velisti oceanici solitari costruiscono la loro carriera. Un progetto che gli ha consentito di mettere in piedi il budget per preparare in quattro anni questa avventura (275mila euro). Un progetto che presto vorrebbe virare su barche più grandi, i Class 40. «Il mio progetto si chiama Futura e prevede un percorso di 4 anni che coinvolge start up, sponsor e tanto altro». Un progetto non solo sportivo ma anche attento all’ambiente. Ha le idee chiare Luca, che è alla sua seconda partecipazione. La prima volta, nel 2019, si presentò con una barca molto vecchia (quella già utilizzata in edizioni passate dai romagnoli Alessandro Zamagna e Michele Zambelli) e arrivò 18esimo. Questa volta ha una barca (Race=Care il nome) più competitiva. Dopo alcuni giorni al comando è finito 13esimo a causa di un giro di vento non previsto ma è riuscito a recuperare e ad arrivare in ottava posizione nella classe Serie, la più numerosa (59 iscritti selezionati) rispetto a quella dei Proto, a una quindicina di ore dal primo.

L’ambiente che cambia Luca lo vive in prima persona. «L’altra volta i primi pesci volanti li ho visti alle Canarie. Stavolta poco dopo Finisterre». Ma anche il meteo non è più lo stesso con un anticiclone delle Azzorre indebolito a causa del riscaldamento dell’oceano. «Gli stessi algoritmi meteo funzionano meno. Mi è capitato di avere previsioni a un giorno per vento a 15 nodi da sud ovest e trovarmelo invece a 2-3 nodi da sud est». E poi c’è il capitolo orche che da qualche anno stanno creando seri problemi alla navigazione al largo del Portogallo. «Prima di partire ci avevano messo in guardia e spiegato come comportarci. All’altezza di Lisbona le abbiamo incontrate e una velista è stata anche presa di mira da due cuccioli che giocavano col timone. Ha avuto tanta paura perché la balla rollava e rischiava di finire in mare. Poi seguendo le istruzioni che le avevano dato ha sparato dei petardi e sono andate via. La barca ha riportato qualche danno ma è riuscita ad arrivare al traguardo». A bordo di Race=Care nessun petardo...

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