Vela. Il messaggio di Luca Rosetti: «Vorrei regate più attente all’ecosostenibilità che alle performance» GALLERY

RIMINI. «Sono molto contento di quello che ho fatto, ma se il mondo delle vela non cambia, io dopo l’esperienza dei Class 40 smetto di fare regate. Studiavo statistica all’università, ho scelto di navigare per non stare davanti al computer ma la tendenza di oggi della vela è di trasformare il velista in una macchina che sta all’interno di un’altra macchina. Non voglio ritrovarmi a fare regata chiuso e allacciato sottocoperta a guardare tutto dal computer mentre di fuori lavora il pilota automatico. Con questo non voglio dire di essere contrario all’innovazione ma credo dobbiamo dare una direzione verso una innovazione più sostenibile».

Il successo in Atlantico

Luca Rosetti, 28 anni (è nato il 7 marzo 1995), non è più un ragazzo e non un uomo facile ai compromessi. In novembre sulla barca Race=Care ha vinto in categoria Serie la Mini Transat, la prestigiosa regata in solitario in classe Mini (solo 6,5 metri di lunghezza) che porta i velisti dalla Francia ai Caraibi in due tappe. Ottavo al primo traguardo delle Canarie, il velista bolognese di nascita ma romagnolo di origine e di pratica velica (è socio benemerito del Club Nautico Rimini) è riuscito nella seconda e più lunga tappa a infliggere talmente tanto distacco agli avversari da classificarsi primo assoluto. Fra gli italiani solo il milanese Ambrogio Beccaria era riuscito finora nell’impresa. Mercoledì sera è stato accolto dall’abbraccio e dagli applausi degli appassionati riminesi. Serata organizzata dal Club Nautico Rimini con il giornalista Rai Giulio Guazzini a condurre l’incontro insieme all’autrice del blog “Voci sottocoperta” Laura Doria. Oltre 150 ospiti. Tra i presenti anche il ravennate Matteo Plazzi, grande esperto di Coppa America (una l’ha anche vinta con gli americani di Oracle)

«Mancavo da diverso tempo, è un ritorno con grande emozione», ha detto Rosetti. «Anche se non sono nato a Rimini, qui mi sento a casa e tornare a casa è sempre bello. Ho cercato di fare onore al guidone in una avventura in cui ho dato tutto quello che avevo. Il Club non mi ha fatto mai mancare la sua vicinanza durante l’intero percorso. Riparto a breve con un progetto oceanico di livello superiore per dimensioni della barca e impegno economico, un progetto più vasto anche dal punto di vista dei contenuti e valori di cui si farà tramite. Sono sicuro che il Club Nautico Rimini si riconfermerà al mio fianco ancora una volta».

La prossima sfida

Il nuovo progetto di Luca è un Class 40, una barca lunga poco meno del doppio dei mini e si chiama “Futura”. «Sarà costruita a Genova e avrà come linee guida: innovazione, sostenibilità, made in Italy. Stiamo lavorando affinché durante la sua navigazione si possano raccogliere dati ambientali utili alla ricerca». Ed è proprio il tema della sostenibilità a interessare il velista romagnolo. «Negli ambienti delle regate quello che dico non è condiviso ma secondo me nei regolamenti di classe si dovrebbe puntare più all’ecosostenibilità che alle performance. Tanto se attraversiamo l’Atlantico in 18 giorni o in 20 non c’è meno spettacolo».

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