Luca Conti: "Dall'Adriatico agli oceani, il nostro movimento blu"

RIMINI. Il suo nome per tante persone è associato alla vacanza in barca a vela e a posti fantastici come Seychelles o Caraibi. Venerdì il riminese Luca Conti compie solo 37 anni ma il suo vissuto di mare è ricchissimo. Ha iniziato lavorando sulle motonavi turistiche come mozzo quando ancora non aveva completato il suo percorso di studi e oggi è istruttore di vela. Non solo. Ha creato una comunità di amanti del mare e della vela che ogni anno (covid permettendo) porta in giro per il mondo a scoprire nuove baie e nuovi paesi. Un po’ lavoro, un po’ passione: Luca si è costruito una professione e una carriera originali. [caption id="attachment_249152" align="alignnone" width="450"] Luca Conti[/caption]

Da dove ha origine tutto questo?

«Sono figlio di due visionari (Ivano e Patrizia) che si immaginavano la nautica da diporto quando nel porto canale di Rimini c’erano solo i pescherecci. Insieme a Claudio diedero vita all’Agenzia Nautica Albatros nel 1984 (io ero ancora nella pancia di mia mamma). Anche se era già da tre anni che lavoravano in quel settore».

Uno skipper della vacanza, un comandante dei posti remoti, come ti si può definire?

«Sono un istruttore di vela che prepara gli allievi all’esame per la patente nautica. Ma non mi basta. Mi piace organizzare viaggi nei quali si tiene conto di tanti aspetti e che sono un modo per continuare a insegnare e a trasmettere la cultura della navigazione. Non ci limitiamo alla regolazione delle vele o al trasporto dei passeggeri. A me interessa coordinare al meglio un gruppo, captare sensazioni, entrare in empatia con l’equipaggio, gestire le diverse personalità presenti. Con noi il viaggio inizia prima di partire perché si studia insieme dove andare. E questo vale sia navigando con una sola barca sia quando siamo in flottiglia. Non ci sono solo il bagno, il pranzetto, la cena, la bisboccia...».

E cioè?

«Cerchiamo di andare oltre: incontrando gli abitanti del posto, andando a trovare l’eremita dell’isola, a mangiare delle pietanze particolari. Cerchiamo sempre di avere presente i riferimenti storici. Il momento centrale è quando si apre la carta nautica e si ragiona insieme su dove andare e come. Tutti devono sapere dove siamo e cosa stiamo facendo».

Prima di lavorare all’agenzia sei stato imbarcato sulle motonavi.

«Ho fatto 4-5 stagioni sulla Bella Rimini: mozzo, marinaio, dj, pr... Imbarco la mattina alle 8 e ritorno a mezzanotte... A volte restavo a dormire a bordo. Sulle motonavi c’era solo il liscio... Noi iniziammo a passare anche la musica latino americana: era la scusa per attirare anche i giovani».

Dalle motonavi all’agenzia. Prima la parte burocratica, poi sei stato istruttore per la patente nautica e infine hai anche cominciato a organizzare le crociere scuola. Dove?

«Abbiamo iniziato con la Croazia. Prima solo una barca. Poi una flottiglia. Infine, poco alla volta, è venuta fuori anche l’esigenza di organizzare qualcosa in inverno e i nostri orizzonti si sono ulteriormente allargati». [caption id="attachment_249154" align="alignnone" width="450"] Dalle parti di Malta[/caption]

Facciamo qualche esempio. In che tipo di posti avete navigato?

«In Mediterraneo? Croazia, Montenegro, Grecia Ionica, isole a ridosso del Peloponneso, Elba, Sardegna, Corsica, Baleari, Eolie, Egadi, Cicladi, Malta, Sporadi, Dodecaneso, Turchia. Sì, forse ci mancano solo 4 o 5 isole da toccare...».

E oltre Gibilterra?...

«Siamo stati ai Caraibi (Martinica, St Lucia, St Vincent, Grenadine con Tobago Cays, Guadalupe), Thailandia, Seychelles (dove abbiamo deciso che è talmente bello che dobbiamo tornare ogni tre anni perché abbiamo degli amici, si pesca bene ed il meteo è favorevole...), Maldive... In tutto quasi una ventina di viaggi fuori dal Mediterraneo». [caption id="attachment_249155" align="alignnone" width="450"] Tra Guadalupa e Marie Galante[/caption]

Sempre a cercare posti nuovi e nuove motivazioni...

«Sì, per esempio, quando siamo andati a Guadalupe avevamo organizzato tre catamarani per andare incontro a Michele Zambelli, l’amico velista romagnolo che stava completando la sua MiniTransat. Ma fu talmente veloce in quella seconda tappa (arrivò secondo!) che quando tagliò il traguardo noi eravamo appena arrivati in aeroporto. Andammo lo stesso da lui e fu comunque una grande festa. Aveva ancora gli occhi stanchissimi per le notti insonni ma una carica adrenalinica “oceanica”!».

In Polinesia niente?

«Sì, ci manca. Ma quella sarà una destinazione quando faremo il nostro giro più lungo. Stiamo per lanciare una associazione che si chiamerà Spirit of Albatros».

Di cosa si tratta?

«Sarà un laboratorio ispirante di idee, un grande movimento blu che ha l’obiettivo di mescolare uomini e donne che hanno forte, dentro, la passione per il mare. Una grande onda piena di energia, che si muove sotto l’ala protettiva e rassicurante dell’Albatros. Questa sarà l’immagine del movimento che avrà il potere di un enorme magnete di riconoscere ed attirare a sé tutte le iniziative per la diffusione della sana cultura dell’andar per mare. Nel rispetto dell’ambiente e delle sue regole. Si occuperà di formazione sulla nautica da diporto, imprese sportive, eventi, attività nell’ambito del sociale, cultura... L’idea è quella di trovare una barca da circa 50 piedi per ospitare ogni volta una decina di persone. Siamo una comunità di gente con gli stessi interessi. Siamo una forza!».

Quanti sono i vostri ex allievi?

«Considerando che è dall’84 che facciamo questi corsi, potrei dire che da noi sono passate circa 5mila persone. E la cosa bella è che molti di questi sono ancora in contatto con noi per partecipare alle nostre crociere scuola, ai nostri eventi, o ai nostri corsi di aggiornamento».

Con tutte queste crociere in giro per il mondo chissà quante volte hai incontrato situazioni difficili. Quale ricordi?

«Sembrerà strano ma mi viene in mente una traversata dell’Adriatico, di rientro dalla Croazia. Arrivarono 35-40 nodi di Bora che non ci aspettavamo. Avevo solo 28 anni ed era uno dei miei primi comandi perciò sentivo forte la responsabilità nei confronti del mio equipaggio di allievi. Posso dire di aver incontrato altre volte situazioni altrettanto impegnative, ma con l’esperienza accumulata anno dopo anno si riesce a vivere tutto in maniera più serena. Il mare è una palestra continua nella quale essere umili aiuta ad imparare ogni giorno, qualcosina di più».

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