RIMINI. Il mare unisce o separa? Prima di rispondere alla domanda alcune considerazioni. Lo sapevate che la Romagna è più vicina alla Croazia che a Milano o Roma? Gli abitanti della costa fra i lidi ravennati e Cattolica sono addirittura più vicini (in linea d’aria) alla città di Pola che non a Parma. Eppure un riminese ha decisamente più confidenza con i tortellini o il prosciutto di Parma piuttosto che con i cevapcici e le palacinke che si mangiano sull’isola di Lussino. Il mare unisce o separa, quindi? Diciamo che unisce le popolazioni che navigano da una sponda all’altra. Non a caso in Adriatico, complice anche il passato di dominio veneziano, molti vocaboli legati al mare sono simili sia sulla sponda italiana che su quella croata e non solo. Non a caso il fondatore della Repubblica di San Marino era uno scalpellino dell’isola di Arbe in Dalmazia. Per rispondere alla domanda, allora, possiamo dire che il mare non unisce certo come la terra ma da quando gli uomini hanno imparato a viaggiare sull’acqua gli scambi commerciali, le influenze culturali, gli spostamenti di persone non sono certo mancati.
Libera traversata
Da quest’anno poi c’è una novità che rende ancor più vicine l’Italia e la sua dirimpettaia adriatica. Dal primo gennaio la Croazia (già appartenente all’Unione Europea dal 2013) è entrata ufficialmente nell’area Schengen (e ha adottato l’Euro al posto della vecchia Kuna). Ciò significa che per la prima volta si potrà attraversare l’Adriatico senza dover passare dalla polizia di frontiera. Non è una cosa da poco. Cartina alla mano si può tirare una riga da Otranto a Dubrovnik. Tutto lo specchio acqueo a nord rende possibile la traversata libera da una sponda all’altra. Fino all’anno scorso chi viaggiava via mare dall’Italia alla Croazia doveva comunicare alla polizia di frontiera italiana la partenza con la lista dell’equipaggio e all’arrivo in Croazia recarsi in uno dei posti adibiti all’ingresso (Pola, Lussino, Botsava, ecc.), esibendo la bandiera gialla di pratiche doganali, prima di poter mettere piede a terra o sostare in rada. Fatto questo doveva passare in Capitaneria per pagare la cosiddetta vignetta. All’uscita doveva espletare le stesse pratiche al contrario: Capitaneria, polizia di frontiera croata, comunicazione di arrivo alla polizia di frontiera in Italia. Il tutto vincolato agli orari di apertura degli uffici (ma va detto che in alcuni posti vigeva l’orario continuato 24 ore su 24). Da quest’anno rotta libera (fatti salvi gli altri adempimenti come la tassa di soggiorno).
I giorni più lunghi in Mediterraneo
A sud restano le vecchie formalità con Montenegro e Albania mentre (e qui siamo già nello Ionio) con la Grecia la navigazione è già libera da tempo. Quasi a voler suggellare questa bella novità, il 21 aprile, da Rimini parte la veleggiata Rimini-Parenzo (sottotitolo: un Adriatico per tutti). Nel mondo della vela, d’altra parte, è da tempo che le due sponde sono occasione di confronto sportivo e agonistico con regate come la Rigasa (Rimini-Gagliola-Sansego-Rimini) o la Pesaro-Pola. Da quest’anno quindi l’orizzonte è più libero anche se a breve potrebbe essere “arricchito” da una foresta di pale eoliche (tanti i progetti in fase avanzata). Più liberi dalla dipendenza del gas russo ma con l’orizzonte meno libero. Chissà cosa avrebbe detto il poeta Tonino Guerra, lui che tanta importanza dava a quella linea blu in fondo al mare che i nostri occhi non riescono a contenere? Consoliamoci comunque con un primato: l’Adriatico settentrionale è lo spicchio di Mediterraneo con le giornate estive più lunghe, grazie al suo posizionamento più a nord. Per chi ama la luce e la vita all’aria aperta non è cosa da poco...