Aria condizionata a pagamento negli hotel, Rimini frena

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RIMINI. Aria condizionata pagata a parte. Apriti cielo. È bastato che il titolare di un paio di hotel a Rimini ipotizzasse l’introduzione dell’obolo per arginare i costi energetici e non solo la notizia ha fatto il giro d’Italia, ma dalla riviera delle vacanze è giunto un coro di no dalle associazioni di categoria. In un clima di comprensione e preoccupazione generale per bollette mai viste prima, la strada non può essere quella di ridurre servizi e qualità della vacanza. Si può lavorare sul taglio dei consumi, però senza interventi strutturali da parte del governo le conseguenze saranno drammatiche.

“Non se ne parla”

La presidente dell’Associazione Albergatori di Rimini, Patrizia Rinaldis, chiude subito la porta. «Capisco, comprendo, ma la risposta non è quella». «La soluzione al caro energia e alle bollette maxi non è quella di andare a intaccare la qualità dell’offerta turistica».

Che fare allora? «È necessario dotarci di sistemi per riuscire a controllare l’apertura delle finestre ed evitare gli sprechi. Agire sul fotovoltaico, limitare i consumi energetici, molti alberghi sono vecchi, ma il problema è a monte perché è aumentata tutta la filiera, dalla lavanderia ai generi alimentari. Il prezzo della camera più di tanto non lo puoi aumentare, sono necessari interventi strutturali da parte del governo. Mi rifiuto di tornare a quando si facevano pagare 5 euro in più al giorno per l’aria condizionata».

“Cos’è, uno scherzo?”

Per Gianni Indino, presidente della Confcommercio di Rimini, siamo nel campo della «provocazione». «Abbiamo impiegato anni ad affermarci come quelli che hanno inventato l’accoglienza - rimarca - e adesso cosa facciamo, tagliamo sui servizi e sulla qualità? Vogliamo davvero tornare a quando dovevi pagare un extra per avere il telecomando e poter accendere la tv in camera?».

La qualità prima di tutto, insomma. «Un hotel deve garantire i servizi. Il caro energia è indubbiamente un problema, i costi sono maggiori, mi aspetto un autunno veramente feroce, considerato che questa estate abbiamo assistito a una vacanza isterica, dopo due anni di pandemia la gente aveva voglia di ferie, c’è chi ha chiesto soldi in prestito. Per venirne fuori sono necessarie misure straordinarie statali, altrimenti quest’inverno cosa succede negli alberghi: se vuoi il riscaldamento devi pagare di più?».


Più che sui servizi in meno, Antonio Carasso, presidente di Promozione alberghiera di Rimini, preferisce puntare sulla sensibilizzazione per limitare i consumi. «In tutto il mondo - spiega - le persone in vacanza cercano i servizi che hanno a casa».

La priorità: evitare di tornare indietro nel tempo. «Quarant’anni fa ci chiedevano: c’è il bagno in camera? c’è la tv, c’è l’aria condizionata? Ora non più. Non credo sia pensabile introdurre pagamenti extra, farebbe perdere opportunità di vendita a quell’hotel».

Che fare allora? «Quello su cui si può lavorare, come facciamo da anni, è invitare gli ospiti a una maggiore attenzione, a non sprecare, a tenere chiuse le finestre quando l’aria condizionata è accesa, a tenerla tre o quattro gradi in meno rispetto alla temperatura esterna. Usiamola, ma con parsimonia».

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