Vittorio D'Augusta: apre oggi mostra antologica a Longiano

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LONGIANO. Una grande antologica che raccoglie tutti gli elementi della sua ricerca estetica. È quella dedicata a Vittorio D’Augusta che si inaugura oggi, sabato 19 ottobre alle ore 18.30, a Imperfettoart, l’ampio spazio espositivo ricavato in un fabbricato industriale situato nel Comune di Longiano a ridosso della via Emilia (via Luciano Lama, 30), tra Gambettola e Savignano, inaugurato recentemente.
L’esposizione è incentrata sulla ricerca di identità e la difficoltà di una sua definizione. Da questi temi l’artista non si è mai allontanato nel corso della sua lunga esperienza creativa e su di essi ha ultimamente ha concentrato le proprie energie, fino al punto da assentarsi per un lungo periodo dalla scena espositiva per dedicarsi, come lui stesso ha scritto, «a tradurre in linguaggio di scrittura un pensiero addestrato alla voracità visiva».
Ne è scaturito il testo/progetto An dan dess (nome di una conta istriana) da cui prende spunto questa mostra che vuole essere un omaggio alle proprie origini (D’Augusta è nato a Fiume nel 1937 e risiede a Rimini dal 1948) e alla memoria dell’esodo.
Curata da Giancarlo Papi, l’esposizione offre l’opportunità di prendere visione di una vasta campionatura di opere prevalentemente incentrate sul transito e lo sconfinamento tra la sensibilità emozionale di una pittura dai cromatismi raffinati E l’impatto espressivo di materiali extra-artistici.
Essendo vista la tela oltre che come spazio da ricoprire anche come area dentro e attorno cui operare, il passaggio della pittura oltre il proprio territorio avviene secondo la tipicità propria della terza dimensione conservando però la relazione con i canoni propri della lettura di una superficie.
Non più obbligata a soddisfare e a seguire regole di composizione, a rispettare spazi e margini, la pittura è libera da imperativi e in particolare da quelli che definiscono e determinano il suo perimetro, così come con la esplicita ed esibita pratica manuale e l’ostentato utilizzo di materiali grezzi, manifesta il desiderio di conservare sia la componente sensibile e intuitiva, sia quella progettuale.
Quello che D’Augusta mette in scena è, dunque, un affascinante racconto fatto di silenzi e sospensioni in cui la “costruzione” dell’opera è attuata per diverse strade, prevalentemente dirette a mantenere fermi riferimenti alla manualità pittorica, ma con l’apporto di oggetti “vissuti”, frammenti di scrittura e strumenti luminosi, strettamente intrigati con la linea del pensiero. Si tratta di una sorte di arte totale dal forte impianto scenografico, ricco di suggestioni estratte dal sillabario interiore dell’artista che, andando alla ricerca delle proprie origini, o della propria “identità di confine”, compone un immaginario autoritratto.

La mostra è corredata da un catalogo che verrà diffuso durante il finissage nel corso del quale Roberto Paci Dalò presenterà un’opera filmica da lui realizzata per l’occasione.
Apertura fino al 7 dicembre su appuntamento.
Info: 348 4303853

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