Forlì, il primario del Morgagni Pierantoni: "Allarme Delta, attenzione ai contagi a scuola"

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«Circola molto di più tra i giovani e soprattutto tra i bambini, che non hanno ancora accesso al vaccino. E con l’inizio della scuola i contagi no non potranno fare altro che aumentare». Il primario di Pediatria dell'ospedale Morgagni Pierantoni di Forlì si riferisce alla variante Delta, alla mutazione del Covid-19 che è diventata prevalente nell’ultimo periodo, e che quindi, attraverso i bambini, potrebbe raggiungere e infettare gli adulti e gli anziani che non hanno aderito alla campagna di immunizzazione. Tuttavia, in base all’esperienza fatta sul campo in Ausl Romagna, il primario Valletta afferma di non evidenziare «una maggiore pericolosità per i bambini». Il Covid-19 non colpirebbe i bambini con un’aggressività più elevata rispetto al passato. «In realtà - puntualizza il medico - casi di bambini ricoverati nel Forlivese così come in Italia ci sono stati, ma si è trattato sempre di numeri molto piccoli. Fino a ora, sono sempre stati pochissimi i bambini che hanno sviluppato complicazioni importanti per via del Covid o che sono morti (nessuno a Forlì, ndr), anche con la variante Delta». «Ma ciò non significa - avverte il pediatra - che con il continuare a circolare della pandemia non possa svilupparsi una variante più nociva anche nei confronti dell’organismo dei bambini». Nel mondo, sono balzati alla cronaca internazionale i casi di morte dei bambini in Brasile, fatti che, secondo Valletta, sono da ricondurre «plausibilmente a una maggiore aggressività della variante brasiliana, che fortunatamente non ha trovato grande diffusione in Europa».

Allarme scuola

Proprio l’incessante circolazione del virus preoccupa il medico. «A scuola, la mascherina e il distanziamento sono accorgimenti importantissimi per evitare il contagio, ma frequentare l’ambiente scolastico significa anche muoversi, entrare in contatto con altre persone, e non è così difficile trasmettere l’infezione». Il problema maggiore legato alla probabilità di contagio tra i banchi di scuola, a oggi, però, è quello di infettare gli adulti non vaccinati. «Ce ne sono ancora tanti - osserva - anche persone che rischiano di sviluppare la malattia in forma grave e che infettandosi, oltre tutto, assicurano la circolazione del virus. E circolando aumenta sempre di più il rischio di nuove varianti. Ricordo che oggi siamo arrivati alla Mu».

Vaccino per i bambini?

Al momento non è autorizzata l’immunizzazione per i minori sotto i 12 anni di età. «Personalmente - afferma il primario - credo che nell’arco di alcuni mesi si arriverà ad autorizzare alcuni vaccini anche per i bambini più piccoli. Le prime ricerche pubblicate indicano la possibilità di avviare la profilassi vaccinale sulla popolazione tra i sei e i 12 anni di età. E a quel punto a noi pediatri spetterà il compito di rispondere a tutte le domande che i genitori ci porranno. Come è giusto che sia». «È importante che più persone possibili si vaccinino - ribadisce Valletta - e non bisogna dimenticare che ci sono luoghi come l’Africa in cui solo il 2% della popolazione è immunizzata: la battaglia contro il Covid non è certo finita».

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