Un nuovo cielo e una nuova terra: il Bonci traccia altri confini

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Valter Malosti, direttore artistico del teatro Bonci Ert di Cesena, sollecita con Shakespeare «un nuovo cielo e una nuova terra», per tracciare idealmente nuovi confini o sconfinamenti. È un invito a ripensare al teatro prima di sfogliare il ricco cartellone cesenate 2023-24 presentato ieri, che ribadisce il palcoscenico quale «presidio culturale, opportunità per tutti, luogo inclusivo che vuole unire pubblici diversi con interdisciplinarietà di proposte». «Al teatro Bonci – dice Malosti – le connessioni fra teatro, musica e danza sono molto presenti».

L’assessore Carlo Verona ricorda che gli eventi inclusivi di “Teatro no limits”, pensati per il pubblico non vedente, da quest’anno vengono esclusi dai progetti finanziati dal Fus, «ma troveremo soluzioni alternative».

Il corpo

In questa evoluzione organica del teatro si innesta una stagione con 35 titoli di respiro aperto, ospitalità e produzioni per voce, musica, corpo. La drammaturgia fisica coordinata da Michela Lucenti di Balletto Civile vede fra le punte Hannes Langolf in una prima nazionale (8 marzo 2024), massimo esponente di teatro fisico, collaboratore di tante compagnie in particolare londinesi. “Marte, the real you” (13 dicembre), ripresenta la coreografia sorprendente di Marcos Morau (La Veronal) insieme a quella del ritrovato Mauro Astolfi. Un grande nome è il coreografo Angelin Preljocaj che fa danzare persone settantenni e Rachid Ouramdane in una produzione Aterballetto (27 marzo). C’è anche Roberto Castello con “In girum imus noctee et consumimur igni” (24 gennaio), novità è “Le sacre du printemps” di Dewey Dell (20 aprile) e poi un festoso “Tango gala” di Naturalis Labor per chiudere l’anno (30 dicembre).

La parola

I versi di Mariangela Gualtieri si nutrono del jazz della tromba Paolo Fresu e del pianoforte di Uri Caine in uno speciale “Bello mondo” (25 ottobre). Si recupera dopo il guasto tecnico “Uno sguardo dal ponte” con Massimo Popolizio, rivive Michela Murgia in “Accabadora” con Anna Della Rosa e Veronica Cruciani (4 novembre), “Maria Stuarda” è una prova d’attrice per Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi, con la regia innovativa di Davide Livermore (16 novembre). Si rivede Pippo Del Bono con “Amore” (2 dicembre), e i superlativi Familie Floz il 12 gennaio con “Teatro Delusio”, e poi un “Aspettando Godot” con Vetrano e Randisi e regia di Terzopoulos (18 gennaio). È invece della figlia d’arte Irina Brook la regia di “Seagull dreams” con Pamela Villoresi (1 febbraio). La napoletanità di Annibale Ruccello rivive nel suo “Le cinque rose di Jennifer” attraverso i fratelli Gabriele e Daniele Russo; l’amato Luigi Lo Cascio omaggia Pasolini con il monologo “Pa’”, regia di Marco Tullio Giordana, mentre debutta al Bonci in prima, prove comprese, “Fedra” di Racine con Elena Ghiaurov e regia di Federico Tiezzi.

Un intrattenimento verace riporta i beniamini Massimo Lopez e Tullio Solenghi in “Dove eravamo rimasti” (15 febbraio) e Luca Bizzarri “Non hanno un amico”.

La ricerca contemporanea si esprime in L’altro sguardo, terna di spettacoli in successione con il pubblico sul palco: “Il capitale” di Kepler 452, “L’angelo della storia” di Sotterraneo, “Best regards” di Marco D’Agostin (dal 7 al 13 febbraio).

La musica

Si riconferma il contributo del Maderna che apre con l’opera pucciniana “Gianni Schicchi” (7 ottobre) e chiude con “Voci per l’infinito II”, ospite il pianista Roberto Prosseda a 50 anni dalla morte del compositore Bruno Maderna. Fra le punte, la Filarmonica Toscanini, il “Trovatore ballabile” dell’Usignolo e l’improvvisazione di Rob Mazurek .

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