Turismo: in riviera sono tornati i russi

È quel segmento perso. Sparito. È quel target turistico che, prima del covid, aveva caratterizzato Rimini e Riccione come mete del lusso. Della vacanza alta. Che aveva sostituito americani, francesi e nord europei, come clienti fissi della Riviera, ma che, tra pandemia e guerra in Ucraina, negli ultimi due anni aveva fatto perdere le tracce. Stiamo parlando dei russi. Non dei famosi oligarchi, s’intende, che vivono tra isole caraibiche, Londra e Dubai, ma di gente comunque quattrinosa, benestante, abituata a spendere bei soldini. E che da una ventina di giorni sembra essere ricomparsa in Romagna. In piccoli numeri, non di certo ad ondate come ai tempi della Riviera da bere e godere del primo quindicennio del duemila, ma in grado ugualmente di farsi notare. Nei soliti luoghi dello shopping di qualità. Come viale Ceccarini.
Confermano Maurizio Metto e Barbara Montali, rispettivamente presidente e vice del Consorzio d’area di viale Ceccarini: «È così, non li vedevano da un bel po’ di tempo, ma da una ventina di giorni hanno ricominciato a frequentare il viale e fare acquisti in boutique di alta moda. Pagano con carte di credito europee. Non è facile classificarli in clientela alta, di lusso, oppure media, ma una cosa è certa: acquistano belle cose e anche costose».
Fanno shopping e, nel frattempo, si lasciano andare a confidenze e racconti: «Ci dicono delle loro peripezie per raggiungere Riccione. Di venti ore di viaggio per raggiungere la Riviera. Di rotte mai fatte prima, quando con un volo diretto per Rimini, in un paio d’ore, erano qui. Mentre oggi sono costretti a prendere due o tre aerei, sovente anche un volo interno per raggiungere Mosca, imbarcarsi per Istanbul e raggiungere Bologna o Milano, da dove, in treno o con un mezzo a noleggio, puntano sulla Riviera».
Come vogliamo definirlo: amore? passione? Una cosa è certa: bisogna essere davvero affezionati ad una terra per imbarcarsi in un viaggio simile.
Spiega Marco Lombardi di Airiminum, società che gestisce l’aeroporto Fellini: «Con lo scoppio della guerra lo spazio aereo con la Russia è stato interdetto e i voli cancellati. Per cui quei pochi russi che vediamo tra Rimini e Riccione o vivono in Europa, oppure arrivano in aereo dalla Turchia, Istanbul, o dalla Lituania, Kaunas, per atterrare a Bologna o, direttamente, qui a Rimini. Non è certo il massimo della comodità, si vede che sono proprio affezionati alla Riviera». E dall’hotel Boemia di Riccione aggiungono: «Attualmente abbiamo qualche camera occupata da clienti russi, pochi, meno di dieci in tutto, che ci hanno raccontato di aver dovuto fare diversi scali in aeroporti europei prima di atterrare a Milano e raggiungere, poi, Riccione. E per un biglietto aereo hanno pagato anche più di mille euro».
Ma non definiamola una tendenza. Perché siamo ancora a numeri bassi, quasi risibili. «Sarebbe un grosso errore farlo - sottolinea Mauro Bianchini, presidente dell’Associazione albergatori riccionesi – perché se anche io ho sentito parlare di queste presenze russe, con acquisti nei negozi del centro, in mano, però, non ho dati indicativi che possano avvalorare un rilancio di quella fetta di mercato, un tempo preponderante e, per numero, inferiore solo agli italiani». Chiosa Patrizia Rinaldis, presidente dell’Associazione albergatori riminesi: «So del ritorno dei russi, ma parliamo di numeri bassi. Che non fanno di certo un dato statistico».