"Turismo e lavoratori stagionali, alcol e coca i maggiori rischi"

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«Lo stress lavorativo inasprisce le dipendenze degli stagionali». Ritmi frenetici, richieste continue e giornate che sembrano tutte uguali. Le pressioni che incombono sugli stagionali si traducono spesso in un’impennata dell’uso di stupefacenti per quanti già soffrono di dipendenze. Ma non solo. L’estate resta pericolosa anche per quei giovanissimi che, liberi dalla scuola e dalla solita routine, intensificano lo sballo ben oltre il sabato sera.

Ne parliamo con Teo Vignoli direttore dell’unità operativa dipendenze patologiche Rimini, Ausl Romagna. Alla riflessione partecipa Elisa Zamagni, psicologa del Sert. «Occorre discernere tra uso, magari eccessivo e dannoso, e dipendenza - esordiscono gli esperti -. Rispetto al primo, specie tra i giovani, non esiste una sostanza preferita ma ne vengono associate diverse. Quanto alle dipendenze, alcol e cocaina risultano ancora in cima alla lista».

Perché, dottor Vignoli?

«Il fenomeno del poliabuso è tipico degli ambienti del divertimento e amplificato da una percezione del rischio sempre più ridotta. In aumento anche cocaina e alcol. La normalizzazione porta a sottovalutare il rischio di sviluppare quel desiderio crescente e compulsivo che può sfociare in dipendenza».

Quali i target?

«Il target è trasversale. In estate il territorio viene caricato dall’ondata di turisti nonché di lavoratori stagionali magari già consumatori di sostanze e il consumo può aumentare fino a episodi di intossicazione o dipendenza a seguito dello stress lavorativo».

Come porre un freno?

«Abbiamo un servizio di prossimità, formato da una équipe di prevenzione mista tra pubblico e privato, che svolge interventi nei templi del divertimento. Sarebbe opportuno che anche sul lavoro ci fosse più sensibilizzazione sui rischi dell’abuso di alcol e cocaina».

Dottoressa Zamagni, passiamo al capitolo ludopatie. Cambia qualcosa d’estate?

«Il gioco d’azzardo viene spesso consumato in solitudine, al “sicuro” fra le mura domestiche con un’offerta sterminata tra poker, casinò on line, lotterie e scommesse sportive. Sull’azzardo le nostre percezioni sono spesso distorte. E la scarsa informazione resta terreno fertile per la ludopatia. Basti pensare alle probabilità di vincita: quelle di fare 6 al Superenalotto sono dello 0,0000002%; i biglietti vincenti dei Gratta e vinci da 500mila euro sono uno ogni sei milioni. Nella vita è molto più probabile esser colpiti da un fulmine, come capita a una persona su 10mila. Eppure non si puntano i fari sulle centinaia di migliaia di persone inghiottite dal tunnel. Intanto anche l’industria dei videogiochi è sempre più permeata dal gioco d’azzardo».

Domanda per entrambi: la famiglia conta nella prevenzione?

Vignoli: «Le influenze sulle nuove generazioni sono trasversali e mutuate anche dall’ambiente digitale-social ma la famiglia resta un contesto fondamentale per definire stili di vita sani, fornire competenze di gestione delle emozioni e riflessione critica. Tutti aspetti fondamentali per gestire il contatto con alcol e sostanze che gli adolescenti incontrano nella crescita».

Zamagni: «Quanto a consumi digitali e cellulare, bisogna puntare sul monitoraggio ma anche sul dialogo, educando e informando i figli sui potenziali pericoli. Gli adulti insegnano ai bambini ad attraversare la strada in sicurezza senza bloccarli sul ciglio. Allo stesso modo bisogna educare i ragazzi a varcare le strade del web».

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