"Troppo caldo? Stop al lavoro": accordi verbali in 450 aziende di Forlì-Cesena

«Con le principali aziende della zona di Forlì-Cesena gli accordi sono stati stretti nel tempo. Sia lo scorso anno durante il solleone che in queste settimane all’insegna dell’arsura. Si tratta però di accordi di tipo verbale. Sicuramente andranno formalizzati perché ormai non possiamo più aspettarci cambiamenti climatici in meglio. Le stagioni calde, è palese, lo saranno sempre più da qui ai prossimi anni e decenni». Fabio Torelli, neo segretario dell’unificata Fiom di Forlì-Cesena, traccia il quadro della situazione “caldo-lavoro metalmeccanico” all’indomani dello sciopero proclamato per il 17 luglio scorso proprio per mettere in evidenza le problematiche intrinseche all’attività in fabbrica e in cantiere durante i picchi di temperatura che stanno contraddistinguendo quest’ultimo periodo. «Lo sciopero era stato indetto a tutela delle aziende piccole e piccolissime e dei loro addetti. Li dove non siamo, perché ci sono meno di 5 lavoratori o perché non ci sono nostri tesserati o Rsu in funzione. Nelle oltre 450 aziende medio-grandi e grandi del territorio infatti accordi ne abbiamo già stretti e sono già operativi. In alcuni casi dallo scorso anno in altri dalle ultime settimane di caldo torrido». Non esistono dunque dati puntuali di adesione all’astensione di lunedì. «Ma sappiamo che qualcuno ha scioperato perché, pur non avendo riferimenti Fiom all’interno dell’azienda, ci hanno chiamato per informarsi su come dovevano procedere». Le grandi aziende sono invece già coinvolte: «Con tutte abbiamo stretto accordi su misura a seconda del tipo di lavorazioni. Ovunque vengono messe a disposizione fonti d’acqua fresca gratuita per i lavoratori e sali minerali per reintegrare. Poi a seconda del tipo d’azienda si organizzano anche i turni in maniera modulare, per evitare le ore più calde della giornata. C’è chi anticipa l’ingresso al lavoro al mattino e stacca prima del solleone. C’è chi evita completamente i turni pomeridiani e chi ha spostato la produzione di sera, sempre al fine di evitare i momenti più torridi e potenzialmente dannosi per la salute. Si tratta di accordi in essere ma di tipo esclusivamente verbale, che le aziende stano rispettando senza problemi particolari visto che sono stati modulati su misura per le lavorazioni da effettuare. Va da sé che dopo due stagioni calde, questa e la scorsa, in cui ci si è stretti la mano con i datori di lavoro, servirà ora pian piano mettere nero su bianco tutti questi accordi. Il motivo è semplice: non possiamo più aspettarci che si tratti di una situazione estemporanea. Il cambiamento climatico è tale che da qui alle prossime estati la situazione può solo peggiorare. Ed in futuro farà sempre più caldo. Quindi quei tanti accordi finora solo formalizzati in maniera verbale, andranno scritti a tutela sia dei lavoratori che delle aziende».