"Transitus. Il cielo di Francesco" riverbera grazie a San Vitale

Da sempre la dimensione sacra e spirituale trova posto nel cartellone di Ravenna festival, anzi in questa XXXIII edizione sembra rivestire un ruolo di primo piano – basti pensare ai santuari che saranno meta delle Vie dell’amicizia, Lourdes e Loreto. Un ruolo che si esprime anche attraverso la creazione di nuove opere, come sono le “sacre rappresentazioni”, che il festival stesso ha commissionato a due compositori: da una parte il giovane ravennate Filippo Bittasi, dall’altra il più esperto e attivo in ambito europeo Cristian Carrara. Ed è proprio la partitura di Carrara che verrà eseguita in prima assoluta nel tardo pomeriggio di oggi (alle 19.30) e tutti i giorni fino a domenica 26 giugno, nella straordinaria luce dei mosaici della basilica di San Vitale: “Transitus. Il cielo di Francesco”, affidata alla voce del baritono Clemente Antonio Daliotti, all’ensemble vocale Ecce Novum diretto da Silvia Biasini e a quello strumentale Tempo Primo, insieme ad Andrea Berardi all’armonium.
Già dal titolo si capisce che al centro di questa sacra rappresentazione per baritono, voci maschili, archi e armonium, c’è la figura di San Francesco, colto nel particolare momento della morte. Un tema che nella tradizione è rievocato da un vero e proprio ufficio liturgico, con un corpus consolidato di canti gregoriani che ancora oggi i francescani cantano, e che è stato il punto di partenza per Cristian Carrara nell’elaborazione della sua partitura, nella quale comunque immette una importante carica di novità. Al gregoriano si ispira infatti il canto del coro dei frati, in latino, mentre, come spiega il compositore stesso: «Francesco canta in italiano, o in volgare, e la sua voce è caratterizzata da una scrittura musicale nuova, sebbene con numerosi rimandi alla tradizione liturgico musicale storica».
Il testo lungo il quale si dipana la partitura a ricreare il “transitus” è costituito da frammenti dalla tradizione francescana selezionati sempre dal compositore, dalla Leggenda Maior e dalla Leggenda Minor di Bonaventura da Bagnoregio per la biografia e dalle sue tante preghiere. In un gioco di rimandi che si nutre anche del dialogo con lo spazio, perché, come spiega Carrara: «Impiegheremo l’architettura della basilica per articolare i movimenti scenici in processioni e azioni simboliche e faremo uso del riverbero particolarissimo di San Vitale, sfruttando i diversi luoghi da cui si può cantare, sicuramente il matroneo e gli spazi offerti dalla pianta ottagonale». Integrando musica e spazio in «qualcosa che somigli a una esperienza mistica».
Info: 0544 249244

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