Cesena, tornate in India le 4 suore fedeli a Padre Orfeo

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Dopo la sentenza del vescovo Douglas Regattieri, a conclusione del processo canonico extragiudiziale nei confronti di don Orfeo Suzzi, fondatore della Piccola Famiglia della Resurrezione, il 21 marzo sono tornate in India le quattro suore di cui tanto si è parlato. Sono le monache che nel 2019 si erano dimesse dalla comunità, perché dopo il commissariamento deciso dal vescovo stesso non condividevano le nuove modalità di gestione. Erano comunque rimaste insieme a Padre Orfeo e agli altri componenti la comunità rimasta fedele al fondatore, che ha trovato una nuova sede a Suvereto, in provincia di Livorno. Dopo la lettera di dimissioni del 20 giugno 2019, accettate dal vescovo con una presa d’atto del 29 ottobre, lo stesso monsignor Douglas aveva scritto il 30 novembre all’Ufficio Immigrazione della Questura di Forlì per segnalare che gli erano pervenute le dimissioni «per sempre ed irrevocabili» delle quattro suore. «Solo per cristiana carità ho loro concesso ampio margine temporale per un ripensamento - aveva comunicato il vescovo Regattieri - ma nessun documento essendomi giunto, ho preso atto della loro richiesta. Essendo con ciò venuta meno la ragione della loro permanenza in Italia e al pari le motivazioni concessive dei loro permessi di soggiorno, nel quadro di un rispetto totale della legalità della Repubblica Italiana, ho ritenuto doveroso quanto tristemente necessario comunicare i fatti sopra narrati, perché codesto spettabile Ufficio assuma i provvedimenti che si rendessero necessari in ragione di quanto in narrativa, volti comunque a garantire, in sicurezza, il rimpatrio delle sopradette». I fedeli alla Piccola Famiglia della Resurrezione originaria avevano sottolineato circa un anno fa che «i permessi di soggiorno non erano scaduti e che in ogni caso il vescovo non era tenuto a segnalare e denunciare la cosa». Avevano inoltre fatto notare l’evidente contraddizione con lo spirito di cristiana carità ed accoglienza praticato dalla Chiesa e da Papa Francesco rispetto agli extracomunitari. Tra l’altro, quando una di queste suore, al ritorno da un viaggio in India, venne fermata in aereoporto dalla polizia sulla base della segnalazione del vescovo per essere rimpatriata, di fronte all’evidenza di un permesso non ancora scaduto, le fu consentito di entrare in Italia. E fino al mese scorso le suore indiane avevano continuato a fruire di permessi di soggiorno provvisori. Ma qualche settimana fa hanno fatto ritorno in India per scongiurare il rischio di espulsione, che era concreto non potendo più contare su nuovi permessi di soggiorno.

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