Un nome: Olympe de Gouges, che pochi conoscono. Eppure questa drammaturga, filosofa e attivista francese autodidatta, sta per diventare un’icona della determinazione e dell’audacia femminile di fronte a nemici inesorabili come la tradizione, i costumi, il pregiudizio. Merito di un gruppo di studiosi che fanno capo al Centro di ricerca interdipartimentale su discriminazioni e vulnerabilità dell’Università di Modena e Reggio Emilia e al Centro documentazione donna di Modena, che hanno elaborato due linee di ricerca su questa protagonista della Rivoluzione francese morta ghigliottinata a 45 anni. «Quello di Olympe è un personaggio di grande fascino su cui solo ora si comincia a fare luce – spiega Thomas Casadei, forlimpopolese, docente di Filosofia del diritto e di Teoria e prassi dei diritti umani, e fondatore con Gianfrancesco Zanetti del Crid –. Neanche il femminismo degli anni Settanta infatti la comprese, visto che sosteneva l’uguaglianza fra uomini e donne. Su di lei invece ora sta uscendo il libro Un dialogo su Olympe de Gouges, curato da me e da Lorenzo Milazzo, con gli atti del convegno a lei dedicato. Ma stiamo pubblicando anche un volume per le scuole realizzato con il Centro di documentazione di Modena e la sua presidente Vittorina Maestroni all’interno del progetto “Educare alle differenze per promuovere la cittadinanza di genere”».
E come c’entra Olympe de Gouges?
«Abbiamo cercato di arrivare ai ragazzi attraverso una figura simbolo, una donna che alla fine del Settecento padroneggia molti registri comunicativi e scrive così opere teatrali contro la schiavitù, fa proposte all’Assemblea Nazionale tramite
pamphlet, fa anche affiggere manifesti scritti da lei contro Robespierre per le strade di Parigi».
Una “pasionaria”.
«Una donna vittima di molti equivoci. Fino al 1989 infatti persino gli studi più benevoli la tacciavano di “isteria rivoluzionaria”, ma per molti era soltanto la “prostituta di Parigi” per le sue relazioni ma soprattutto per la spregiudicatezza con cui viveva, senza curarsi dell’opinione corrente. E solo recentemente alcune storiche francesi sono riuscite a decodificare cosa c’era dietro a quei giudizi».
E cosa c’era?
«Intanto la sua audacia. Quando a nemmeno vent’anni si ritrova vedova e si trasferisce a Parigi, inizia a frequentare i salotti intellettuali, ma poi da quei salotti esce, prende posizione in modo pubblico attraverso la scrittura e rompe il silenzio destinato alle donne. Scrive la
Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina sulla falsariga della “Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino” del 1789, dove sostiene l'uguaglianza dei diritti civili e politici tra i due sessi. Ma parla anche della posizione dei bambini allora definiti “bastardi”, del lavoro e dei problemi dei disoccupati, ed è attentissima all’igiene personale perché ritiene che la cittadinanza si basi anche su uno stile di vita sano». Alcuni di questi sono temi impegnativi anche oggi.
«E infatti la rendono una presenza ingombrante, “dannata”. È vero, Olympe rompe gli schemi ma la sua lungimiranza è impressionante anche se ai suoi tempi venne dileggiata e addirittura umiliata anche poco prima di essere messa a morte».
E voi siete riusciti a farne un libro per le scuole.
«Sì, grazie anche all’editore Mucchi, abbiamo usato forme comunicative nuove, su tutte la
graphic novel della vita di Olympe, con venti bellissime tavole di
Claudia Leonardi basate su una rigorosa documentazione storica. In premessa c’è una sua biografia essenziale, mentre studiose e di formatrici del Centro modenese hanno aggiunto contributi su alcune parole-chiave. Associazionismo e accademia hanno lo scopo comune infatti di far chiarezza su questo classico misconosciuto, e dall’altra parte mirano ad avvicinare bambini/e e ragazzi/e a una figura originale, capace di porre quesiti e temi portanti, e consapevole inoltre del ruolo politico del teatro nella società». L’opera è corredata da una bibliografia.
«Sì, e anche da una parte documentale e da domande che possono svilupparsi in percorsi. E sul sito della casa editrice ci sono dieci video su temi differenti a partire dal pensiero di Olympe».
Un libro che è molte cose.
«Un po’ come lei: fuori dagli schemi, sostenitrice dei diritti e dei doveri, vittima, in quanto donna, di un mondo che dopo oltre 250 anni avrebbe dovuto darle ragione».
Il 26 marzo (ore 17) Thomas Casadei e Vittorina Maestroni parlano di “Olympe De Gouges e noi” al Museo della Città di Rimini. Info: 0541 793811