Dopo il terremoto, a Tredozio a scuola in tenda in attesa di fabbricati in legno

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Dopo il terremoto di lunedì, a Tredozio la scuola è ripartita in una tendopoli: sei tende allestite dalla Protezione civile a disposizione degli studenti dal nido alla terza media. «E’ ripresa la scuola, i ragazzi si sono dimostrati sin da subito entusiasti - afferma la sindaca di Tredozio, Simona Vietina -. Per loro significa comunque studiare in una condizione ottimale, immersi nella natura e prendendo parte ad una didattica attiva dove il ragazzo è al centro. Tutto questo, però, non può durare a lungo visto che si va incontro alla stagione invernale». Una soluzione naturalmente temporanea, perché quando fa freddo servirà un’alternativa, ma per ora una scelta indispensabile perché i sopralluoghi dei vigili del fuoco hanno dichiarato i locali scolastici completamente inagibili e impossibili da recuperare. «Bisogna trovare agli studenti un’altra sistemazione per essere pronti non appena arrivano i primi freddi - prosegue la prima cittadina -. Stiamo valutando di dotarci di fabbricati in legno da destinare alla scuola, così come insieme all’ingegnere stiamo cercando di capire dove poterli collocare e quale sia lo spazio più idoneo». Nel frattempo stanno proseguendo i controlli per verificare l’agibilità delle case danneggiate dal terremoto che al momento sono stabili a 35 per un totale di 150 cittadini sfollati che dormono fuori e si ristorano nel punto allestito dalla Protezione civile. Non solo, ieri è stata ampliata ancora la zona rossa nel centro storico per questioni di sicurezza. Anche in questo caso il Comune sta vedendo come procedere con i moduli abitativi, dopo aver fatto richiesta di preventivi, sia nella formula del noleggio che della vendita. Situazione difficile anche a Rocca San Casciano dove gli ingegneri della Protezione civile hanno dichiarato inagibili tutte e tre le palazzine danneggiate, da 6 appartamenti ciascuna. «La scossa dell’altra mattina ha creato danni ingenti all’interno di queste abitazioni - afferma il sindaco Pier Luigi Lotti -, tanto è vero che sono crollate anche alcune pareti. Stiamo facendo tutte le dovute valutazioni e verifiche insieme agli ingegneri, i quali ci hanno confermato non esserci danni strutturali. Fortunatamente non hanno subìto conseguenze gli edifici pubblici, dal Municipio alla casa di riposo gli interventi sismici degli anni passati hanno consentito ad essi di reggere il colpo». Ora, però, resta la preoccupazione per le circa cinquanta persone che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni. Già ieri il Comune aveva chiesto di farsi avanti a chi aveva a disposizione immobili al momento sfitti. «Per ora siamo riusciti a trovare una sistemazione a queste persone, c’è chi si è mosso in autonomia e chi è ospitato da parenti ed amici - conclude Lotti -. Per altri, invece, è stato necessario stringere un accordo con l’hotel Pasqui, così da avere un tetto sopra la testa fino a che non si troverà una soluzione al problema e in attesa di capire come sarà possibile muoversi per ripristinare i danni. Oggi la Protezione civile effettuerà dei sopralluoghi anche in due poderi che sembrano essere compromessi».

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