Terme di Fratta chiuse, destino incerto per 30 lavoratori

Vogliono sapere che ne sarà del loro futuro lavorativo i circa 30 dipendenti delle Terme di Fratta, struttura che comprende sia l’albergo che le piscine termali oltre che il ristorante.
Il complesso, attualmente inagibile per i danni legati all’alluvione, già nelle prossime settimane potrebbe vedere lo sfratto della società AllegroItalia, che gestiva la struttura, per procedura concordataria. Per queste ragioni, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno organizzato un presidio davanti alla sede della Provincia che si svolgerà lunedì dalle 10 alle 13. «La struttura – spiega Ana Laura Cisneros, funzionaria della Filcams Cgil di Forlì-Cesena –, che è stata alluvionata e quindi attualmente inagibile, doveva essere in mano all’attuale gestore fino al 31 dicembre ma, per una serie di inadempienze tra le quali il mancato pagamento dell’affitto, lo sfratto da parte del tribunale è imminente». Il Grand Hotel e il centro termale sono infatti sul mercato come da concordato dell’azienda che li possedeva, con una gestione provvisoria da parte di AllegroItalia. Si tratta, dunque di una situazione di grande difficoltà che naturalmente ha ripercussioni dirette sui lavoratori che, nel tempo, sono dimezzati. «L’anno scorso – continua la sindacalista – erano poco meno di 70 mentre oggi sono circa 30. I dipendenti non hanno ancora ricevuto il saldo del pagamento dello stipendio di maggio ma solo un piccolo acconto. Inoltre, a partire dal 16 agosto, non avranno più la copertura della cassa integrazione dedicata alle strutture alluvionate, in un contesto di completa incertezza dovuto all’inagibilità della struttura che non permette naturalmente di darla in gestione ad altro soggetto. Inoltre, i lavoratori sono in attesa di ricevere ancora il pagamento della cassa integrazione da parte dell’Inps. Da maggio, insomma, non ricevono un centesimo: la situazione è abbastanza drammatica».
Un’incertezza rispetto alla quale i dipendenti chiedono risposte concrete. «Il 31 – continua Cisneros – abbiamo un incontro in Provincia con tutte le istituzioni, sia locali che regionali, poiché abbiamo chiesto di avere una risposta in merito al futuro dei trenta lavoratori. Hanno il diritto di sapere cosa ne sarà lavorativamente di loro quando la cassa integrazione scadrà».