Rimini, la Tav e una stazione unica Città di Romagna: "Ma è inutile senza collegamenti"

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Tra bocciature e fondati dubbi il progetto degli industriali per la Tav in Romagna trova ostacoli in provincia di Rimini, dove Riziero Santi e Roberta Frisoni esprimono forti perplessità soprattutto su quella stazione intermedia “Città di Romagna”, una fermata nel nulla. E’ infatti sul tema dell’intermodalità che intervengono il presidente della Provincia e l’assessora alla Mobilità del Comune di Rimini, il primo rilevando che «una nuova infrastruttura di questo genere porterebbe benefici trasportistici molto relativi, con forti peggioramenti negli spostamenti in auto per raggiungere la stazione baricentrica, a fronte di un eccessivo dispendio di risorse economiche e di suolo». Lo stesso dubbio di Frisoni per il quale questo progetto zoppica proprio nell’assenza «di hub in grado di proporre snodi intemodali». Frisoni fa l’esempio di Bologna: in stazione si ferma l’alta velocità, ma al piano di sopra partono treni regionali, la metro per l’aeroporto, i collegamenti bus. Nel progetto di Confindustria Romagna manca proprio questa parte, non si può fare fermare l’alta velocità nel nulla, chi arriva in Romagna deve essere in grado di raggiungere qualsiasi destinazione con altrettanta rapidità». In pratica inutile ridurre i tempi di spostamento da due ore e quaranta minuti da Milano alla Romagna a un’ora e quaranta minuti, se poi raggiunta una fermata non ci sono spostamenti rapidi per la destinazione definitiva. Stesso concetto espresso dal presidente della Provincia Riziero Santi: «Non ho avuto modo di confrontarmi con i colleghi in “sede Romagna”, e questo già la dice lunga, tuttavia sulla proposta di Confindustria di una nuova infrastrutturazione per l’alta velocità che prevede una stazione unica in Romagna, a Pievesestina, ho enormi perplessità – afferma –. La Romagna non si unisce spostando il baricentro (trasportistico e non solo) a nord (aeroporto, stazione alta velocità, cos’altro…?) ma con politiche di coesione ed integrazione. Sulla mobilità (come sul resto) serve un progetto organico e razionale deciso con il coinvolgimento delle comunità locali. Il territorio è già collegato dall’alta velocità, si tratta eventualmente di intervenire sulla gestione, questo sì, facendo in modo di avere corse dirette senza cambi a Bologna e di avere collegamenti dignitosi con Ravenna e la costa, anche attraverso il potenziamento e prolungamento di Metromare. Spero che la politica e le istituzioni abbiano la forza di incontrarsi, discutere ed assumere una posizione condivisa». Un punto di partenza dunque il progetto Tav di Confindustria Romagna sul quale Frisoni auspica «l’apertura di un dibattito». Del resto si tratta di un progetto «sul quale non c’è pianificazione a livello nazionale né regionale» dunque impossibilitato ad accedere al Pnr. «Il progetto – secondo Frisoni– dovrebbe aprire un confronto su come potenziare i collegamenti in Romagna». Ma su «snodi e stazioni» del progetto Alta velocità «l’intermodalità è un valore aggiunto: occorre l’interscambio tra la Tav, linee tradizionali e moover per aeroporto e altre destinazioni».

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