Superbonus, le nuove norme nel mirino degli artigiani

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«L’obbligo della certificazione Soa per le imprese che attuano il Superbonus in edilizia? Non una tutela, ma una distorsione del mercato». L’incentivo del 110 per cento sta certamente avendo un impatto importante sull’edilizia e si è stimato, per il 2021, che gli incentivi abbiano contribuito per 12 miliardi al Pil nazionale. Non mancano però le contraddizioni e non di meno si sono susseguiti provvedimenti per correggere il tiro. Uno degli ultimi però appare insostenibile per le imprese, e la Confartigianato ravennate chiede di tornare indietro rispetto a quanto inserito nel dl ‘Taglia prezzi’, approvato dal Senato.

A riassumere le criticità è Andrea Demurtas, referente per l’associazione di Viale Berlinguer per la gestione del bonus che ha trascinato – fra gli altri aspetti – i numeri positivi sulla nascita di nuove imprese in Romagna. Dai dati di Unioncamere, infatti, nel Ravennate la crescita percentuale sulle nuove aziende del ramo edile era stato fra il 2019 e il 2021 del 2,10 per cento. Anche a Forlì-Cesena era stata simile, del 2,18 per cento. Molto più impetuosa era risultata nel Riminese: nel 2019 erano 4.839 e nel 2021 sono balzate a 5.094, con la poderosa ascesa del 5,27 per cento. L’impennata sulle nascite di nuove realtà imprenditoriali nelle costruzioni (in alcune realtà travolgente, come a Caserta, dove ha avuto un aumento percentuale vicina al 12 per cento) ha portato con sé anche l’arrivo di operatori improvvisati, interessati più a drenare fondi pubblici che a fare business. E questo ha indotto il Governo ad adottare delle contromisure, non sempre giuste secondo Demurtas. «L’obbligo per le imprese di possedere un’attestazione Soa per operare nel mercato dei bonus edilizi, ha riportato nell’incertezza cittadini e imprese che ora si trovano in una giungla normativa nella quale hanno difficoltà a districarsi», spiega. Il provvedimento obbliga le imprese ad avere le attestazioni degli albi delle Società organismo di attestazione a tutte quelle aziende che operano sul 110 per cento su importi dei lavori superiori a 516.000 euro dal 2023: «Metterà in difficoltà tutte le micro-piccole-medie imprese del settore che operano in campo privato senza queste certificazioni necessarie, invece, per gli appalti pubblici. Siamo fortemente preoccupati per l’ennesimo cambiamento della norma che regola i bonus edilizi e che va contro lo stesso impegno del Governo a semplificare le procedure».

Da quando è stato messo in campo in effetti il bonus ha già ricevuto sei variazioni normative, senza contare le varie circolari ministeriali interpretative diffuse. Questo provvedimento però, secondo Confartigianato, è da respingere: «Invece di agevolare l’iter dei bonus, soprattutto il superbonus 110%, per imprese e cittadini già alle prese con un coacervo di rincari, burocrazia e difficoltà nelle cessioni del credito, il Governo tira fuori l’ennesimo “coniglio dal cilindro” che penalizza ulteriormente tutto il comparto, con ovvie ripercussioni sui clienti e filiera».

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