Suonava per il pubblico e per i signori delle ville

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Su Il Nautilo del 6 agosto 1910 leggiamo dello strepitoso successo che riscuote l’orchestrina del maestro Edoardo Sarti (1865-1940) nella terrazza di Villa Isotta. Questa, a detta del periodico, «è assolutamente insufficiente ad ospitare la folla che, tanto di giorno quanto la sera, gremisce il simpatico ritrovo». Villa Isotta, già Villa Firenze, acquistata nel 1908 dai fratelli Vecchi, si presenta con l’insegna di “Ristorante-Caffè-Pasticceria-Gelateria-Birreria con Concertino serale”. L’incantevole posizione del fabbricato, tra la Villa Adriatica e l’Idroterapico, e il «ben ordinato ed ombreggiato giardino» che la circonda, fanno dell’“Isotta” uno dei più eleganti e graditi locali del litorale. Il grande consenso di pubblico che consegue nell’estate del 1910, superiore alle aspettative, lo si deve ad Edoardo Sarti, considerato il «mago del violino». Il talentuoso musicista, da anni sulla breccia con la sua band, è un forte richiamo per chi ama «l’arte dei suoni» e il successo che il concertino di Villa Isotta ottiene quell’estate ne è la prova. Richiestissimo dagli esercenti turistici, Edoardo Sarti ha deliziato con i suoi musici gli habitué della Piattaforma per cinque stagioni consecutive, dal 1904 al 1908. E a proposito di Piattaforma, più volte – in questa rubrica di “Fatti e personaggi della cronaca riminese tra Ottocento e Novecento” – ci siamo occupati di questa mitica «rotonda sul mare» e dei suoi camerini. Mai, tuttavia, abbiamo parlato della vita che si svolge sul suo tavolato. È il momento di farlo. In questo leggiadro salotto, dove si respira un’atmosfera raffinata e galante, si riunisce il fior fiore della bagnatura: distinti signori in abito da passeggio con «cravatta annodata à l’artiste» ed eleganti dame in vaporosi abiti e scollature velate da merletti. Qui – anche quando il bagno dai camerini con le sue laboriose metodiche di mantegazziana memoria non è più praticato –, si passano le ore comodamente seduti all’ombra dell’esotica «pagoda cinese». Si conversa; si allacciano relazioni sociali; si fissano incontri serali; si alimentano i sogni dell’estate e soprattutto si ascolta in religioso silenzio il concertino. L’intermezzo musicale nella tarda mattinata e nel pomeriggio è l’appuntamento da non perdere: tappa obbligata per chi vuole entrare in contatto con il gran mondo in vacanza. Il delizioso convegno orchestrale prende vita nel 1902 e tra i complessini che si susseguono il più applaudito è proprio quello diretto da Edoardo Sarti. Dopo aver suonato per due stagioni a Villa Isotta, il «mago del violino», torna ad esibirsi in Piattaforma per altri quattro anni, dal 1911 al 1914 e la sera, quando è «gran galà», si sposta nel salone dello Stabilimento per gli amanti di Tersicore. Gli altri maestri di musica che si avvicendano nel mirabile assito sono Carlo Carlini (1902-1903), Virgilio Rancato (1909) e Urbano Calligari (1910). Torniamo ad Edoardo Sarti. Oltre ad impegnarsi nei locali pubblici, il Maestro si esibisce anche privatamente, per i signori delle ville. La sera in questi luoghi si apre il gran mondo dei salotti che ama chiudere la giornata trascorsa sulla spiaggia con il gioco delle carte o l’ascolto di buona musica. «Nelle ville – scriveva Italia il 28 luglio 1894 parlando delle serate in riva al mare – che profilano i loro contorni eleganti fra gli alberi, si odono spesso i suoni allegri di strumenti e allegre risate o animate conversazioni». In questi trattenimenti il violino di Sarti incanta più del solito con i suoi straordinari virtuosismi. Tra i tanti fine giornata trascorsi a rallegrare i bagnanti ci piace rievocarne uno particolarmente inconsueto, perché non si svolge in un villino della litoranea, con ospiti di grido, toilette sfarzose e tintinnio di cristalleria, ma in un’abitazione della Barafonda. In questa striscia di arenile non ancora investita dal clamore della vacanza, il conte Nicola Zavagli nell’estate del 1912 fa di tutto per allietare la vita sociale dei villeggianti: ha persino dato vita ad un “Circolo” di barafondesi che passa le ore piccole in lunghe partite a carte intervallate dai gorgheggi e dalle strimpellate al pianoforte di «alcune nobili signore» del posto. In uno di questi incontri troviamo anche Edoardo Sarti. La sua presenza, dovuta ad una sollecitazione del caro amico Nicola Zavagli, lascia stupefatti i membri del “Circolo”. Il Corriere Riminese del 25 settembre 1912, nel comunicare il piacevole meeting, che chiude degnamente la “stagione” della Barafonda, parla delle performance del conte e del musicista. «Il primo – riferisce – impegnato nella recita di versi dannunziani, il secondo col suo magico violino». A chiusura del “pezzo” è doveroso aggiungere una breve nota biografica su Edoardo Sarti. Insegnante di strumenti ad arco nelle scuole musicali della città – assunto dal Municipio in via provvisoria nel 1888 e in via definitiva nel 1895 –, Sarti lascia l’incarico nel 1926 dopo 38 anni di servizio. Il sindaco Antonio Del Piano, nell’atto di accordargli la pensione, appunta sul verbale del consiglio comunale alcune note che meritano di essere ricordate. «La Giunta – scrive Del Piano – ha un alto concetto del M° Sarti consono alla sua rara valentia di violinista e ai suoi meriti di insegnante elettissimo, che ha contribuito largamente a diffondere il buon nome della Scuola musicale riminese creando allievi che si sono prodotti con onore nei teatri più rinomati d’Italia e dell’estero» (Atti del Consiglio comunale di Rimini del 17 giugno 1926).

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