Stefano Accorsi protagonista di "Vostro onore" in tv

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Il format originale è nato in Israele con il titolo Kvodo, una serie di successo che è stata ripresa negli Usa con un proprio, a quanto pare meno brillante, adattamento (Your honor). Ora tocca all’Italia. E alla Rai, che fa il proprio gioco nella produzione di serie tv scommettendo su Vostro onore, nuova serie (dal 28 febbraio su Rai 1) prodotta da Rai Fiction insieme a Indiana Production, protagonista il bolognese Stefano Accorsi. Il popolare attore, dal 2020 attivissimo testimonial della promozione della nostra Regione, torna in tv nelle vesti di Vittorio Pagani, giudice milanese noto per la sua integrità, in corsa per la carica di presidente del Tribunale di Milano.

Un personaggio che però non si annuncia per nulla ritagliato sull’esempio di personalità “eroiche” della magistratura, ma neppure all’opposto. Perché Vostro onore, seppure intinto di venature del crime, del thriller e dell’action movie, è più alla sfera psicologica e delle relazioni che punta e a un dilemma che ha il sapore del tragico: «Fino a che punto si può spingere un uomo (o una donna, ndr) per salvare un proprio figlio? Fino a che punto un personaggio incorruttibile può diventare un criminale?».

Sono queste le domande alla base della nuova serie televisiva, ha sottolineato la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati ieri nella conferenza stampa in streaming organizzata dagli studi Rai di Roma.

La recente scomparsa della moglie ha segnato dolorosamente la vita del giudice Pagani e complicato il già difficile rapporto con suo figlio Matteo. Quando Matteo investe con la macchina il giovane esponente di una famiglia criminale, i Silva, Vittorio si scopre pronto a tutto pur di proteggere il figlio, anche a costo di una terribile discesa agli inferi. Questo il nocciolo della storia, per una serie che si dipana in 8 puntate (due ogni sera, finale il 21 marzo) mentre viene già annunciata come possibile una seconda serie.

Un nuovo impegnativo ruolo per Stefano Accorsi, che nella fiction tv abbiamo già visto impegnato sul fronte delle trame giudiziarie e criminali (le serie 1992, 1993 e 1994 da lui stesso ideate, il precedente Il clan dei camorristi).

«Ho trovato questo progetto subito molto coinvolgente – afferma – e il personaggio da me interpretato mi ha lasciato alla fine con molti interrogativi, essendo io stesso padre e avendo un figlio adolescente».

Nel cast, oltre al giovane Matteo Oscar Giuggioli, a Barbara Ronchi, Francesco Colella, Camilla Semino Favro, anche Remo Girone, nei panni di un presidente del tribunale vicino alla pensione.

«Lui e Vittorio sono fatti della stessa stoffa – osserva il grande attore di cinema, tv, teatro – e il loro è un legame che si potrebbe quasi definire di padre e figlio».

Elogi al regista, Alessandro Casale, alla sua prima prova di regia televisiva dopo molti film girati da aiuto regista. «Con lui mai un momento di rilassamento, un gran pignolo» ci scherza su Accorsi per sottolineare in realtà la grande professionalità messa in campo da tutti, dalla produzione agli sceneggiatori/sceneggiatrici, agli attori e tecnici, nel lavoro svolto.

«C’è una grande competenza tecnica nel fare cinema in Italia e la serialità sta in questo momento dando tantissimo al settore» ha sottolineato Accorsi.

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