Sponz Fest a Sogliano con Capossela, Gramentieri, De Leo

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Lo Sponz Fest è un festival molto particolare, ideato e curato da Vinicio Capossela da dieci anni nell’alta Irpinia. È profondamente legato al territorio, sia come terreno, che come cultura, infatti l’edizione 2022 si intitola “Coultura”. Da un paio d’anni ha un’anteprima itinerante in altre zone d’Italia, quest’anno a Sogliano al Rubicone oggi e domani 9 luglio. Saranno due giorni pienissimi di conversazioni, concerti, escursioni e letture, dall’alba a notte fonda in molti luoghi del territorio (programma completo su www.sponzfest.it). Segnaliamo questa sera alle 20 in piazza Matteotti l’aperitivo contadino in musica con Giuseppe Bellosi, Vinicio Capossela e Stefano Bellavista, seguito dalla festa da ballo con l’Uva Grisa in piazza Garibaldi, e dal concerto del Bevano Est al parco San Donato. Sabato alle 20.30 nella Radura ponte rosso concerto dei Friestk, quartetto rurale di corde e pellami, seguito dall’evento principale del festival: il Rolling sponz review. Si tratta di un set con Capossela al centro di una band composta per l’occasione da amici musicisti, tra cui i romagnoli John De Leo e Antonio Gramentieri. Abbiamo chiesto al chitarrista modiglianese, cittadino del mondo, in che rapporti sia con Capossela. «Ho conosciuto Vinicio una ventina d’anni fa durante la trasmissione televisiva: “Taratatà”, quando io prestavo le mie corde a Bobby Solo. Penso credesse che io fossi il chitarrista di Bobby Solo, fino a quando, in occasione di un concerto di Marc Ribot a Strade Blu (festival di cui Gramentieri è direttore artistico, ndr ), passammo una sera intera a parlare e ci piacemmo molto. Mi confidò di avere nella sua Volvo il cd dei Sacri Cuori (prima band di Gramentieri, ndr ) “incagliato” e ascoltato a ripetizione. Non ho mai suonato nella sua band, anche se ci siamo a volte ritrovati sul palco insieme, ad esempio nella Banda Della Posta, forse perchè il chitarrista della sua band è il bravissimo Asso, e non si fa concorrenza agli amici».

Cosa vi unisce?

«La grande passione per il sud-ovest americano, deserto dove molti folclori degli Stati Uniti convergono. I miei percorsi artistici sono lontani dal pop, ma Vinicio è probabilmente l’unico artista “mainstream” che capisce le mie passioni. Una cosa però ci tengo a dire, al di là di ogni piaggeria: Vinicio è uno dei pochissimi artisti che ogni mattina si inventa una cosa nuova, e quasi mai questa riguarda solo lui. Così lo Sponz Fest riguarda prima di tutto un territorio, poi altri musicisti, e l’utilizzo della musica come una ricchezza fluida, che dà il suo meglio solo quando si mette in circolo e si condivide. Garantisco che questa è una cosa molto rara, e in questi tempi post pandemia, e ha un grandissimo valore».

Parliamo della sua partecipazione allo Sponz Fest.

«Sono onorato che Vinicio abbia scelto me e John De Leo a rappresentare la Romagna, ma più ancora della sua amicizia. Cosa faremo è, come sempre, un bellissimo mistero; so che sia John che io avremo una ventina di minuti a disposizione. Io li userò per gettare un ponte tra le mie varie esperienze, in particolare verso il mio ultimo album “La bella stagione”, il cui tour è stato abortito causa pandemia».

Questo avverrà sabato 9 luglio durante l’evento principale del festival: il “Rolling Sponz Revue”.

«Esatto. È ispirato al tour di Bob Dylan “Rolling thunder revue” del 1975, sorta di circo in cui in ogni tappa Dylan ospitava artisti locali». Tutti gli eventi sono gratuiti, tranne Rolling sponz review, con ingresso a 27.50 euro.

“La cruzada”, versione spagnola dell’album “The crossing” di Alejandro Escovedo, è fra i cinque nominati come “best latin album” all’A2IM Libera Awards 2022, principale premio mondiale per la musica indipendente. Il disco è scritto e suonato a quattro mani dal grande chitarrista texano e da Antonio Gramentieri, che commenta così: «Sono molto fiero, è una roba bella. È stata la prima volta in cui ho scritto il disco di un altro, totalmente a quattro mani, sapendo che comunque sarebbe stato un disco suo. È una sensazione bella e straniante. Il talento di Escovedo lo conoscete, e precede di molto qualsiasi mio intervento, supporto o collaborazione. Ho dato moltissimo a questo disco, mesi e forse anni della mia vita. L’onestà di Alejandro nel dividere equamente i pani e i pesci anche a livello di diritto d’autore ed editoriale è stata un esempio di integrità che non si può dare per scontata e non voglio né posso dimenticare. Sono contento della coda lunga di questo disco, credo sia ora di farne un altro».

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