Societas, debutto in Svizzera e Russia

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Il teatro della Societas di Cesena affronta due debutti internazionali, oggi, sabato 9, e domenica 10 ottobre. Romeo Castellucci al Lac di Lugano presenta il nuovo lavoro “Bros”; la sorella Claudia Castellucci porta la compagnia di danzatori Mòra a San Pietroburgo, nello spazio culturale Dom Radio diretto dalla bacchetta e musicista Teodor Currentzis. Debutta il ballo “La nuova abitudine”, lavoro ispirato ai canti ortodossi della tradizione Znamenny. Due prime importanti che apportano nuova linfa al teatro della compagnia cesenate.

“Bros” che sta per Brothers (Fratelli), è un’azione corale che si realizza con due gruppi di interpreti; da un lato attori storici della compagnia, dall’altro venticinque partecipanti ignari di quanto avviene, così come delle azioni che vengono chiamati a svolgere e che apprendono da comandi in cuffia. Sono persone comuni coinvolte a ogni replica attraverso una chiamata. L’intento, di cui ci disse agli inizi Romeo, è «di portare in scena un lavoro sulla polizia intesa però in chiave antropologica. Un’occasione di meditare sulla legge, sulla violenza, sul funzionamento della polizia vista come sorta di confraternita, come una specie di clan. Cosa questa che si rifà a una struttura del pensiero umano molto antico».

Il regista aggiunge in scena un riferimento al cinema muto del comico Buster Keaton (1895- 1966) motivando: «I film dell’attore americano sono pieni di poliziotti perché garantiscono disordine. Il disordine di Keaton è l’elemento reagente al caos, un po’ come lo sono i tutori dell’ordine che si mettono al servizio del disordine».

Prima di entrare in scena, gli “attori” improvvisati indossano un costume da poliziotti “veri” e sottoscrivono un protocollo di accettazione dei comandi a loro impartiti.

Con “Mòra” Claudia Castellucci da anni porta avanti una ricerca coreografica corale che contiene elementi popolari del ballo unitamente a un rigore classico della danza. Da un mese in residenza artistica a Dom Radio San Pietroburgo, guida un seminario con quattordici performer russi che partecipano pure alla coreografia insieme ai danzatori di Mòra. Tale innesto produce un ballo che si contamina dell’humus delle regioni europee settentrionali; che guarda all’oriente e russo. Ancora una volta, il punto di partenza del lavoro è il movimento ritmico che in questo caso avvicina l’antico canto liturgico ortodosso Znamenny di impronta greca, che si fonde con la tradizione rurale della musica russa. «Ci situiamo concretamente in questo contesto con la tecnica di una danza intuitiva – dice Claudia – con una conoscenza corporale primitiva».

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