Asset strategico dell’economia targata Romagna, il modello turistico del territorio dimostra ancora una volta di avere le spalle decisamente larghe. A sostenerlo ci pensano i numeri, non solo quelli di Trademark, ma bensì anche quelli dell’osservatorio aperto in Regione, che dalle prime stime conferma un 2022 in crescita rispetto persino al 2019. «I dati complessivi dell’Istat - spiega l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini - dicono che l’Emilia-Romagna ha chiuso l’anno con un numero di presenze turistiche inferiore del 5% rispetto al pre-Covid, ma tuttavia l’Istituto non tiene conto di alcuni aspetti oggi rilevanti. Il nostro osservatorio interno, con il quale conduciamo un’analisi approfondita, conferma invece il superamento». «Tra l’altro - aggiunge Corsini con un’osservazione politica - con un anno di anticipo rispetto alle previsioni fatte». Ora, però, c’è un 2023 denso di sfide da dover affrontare. E la prima, come se ci fosse ancora bisogno di ricordarlo, ha un nome ben preciso: direttiva Bolkestein.
Evidenze nel 2024
Proprio lunedì l’assessore regionale, insieme ad altri colleghi del resto d’Italia, si è incontrato con la ministra del Turismo Daniela Santanchè «per dirle che non ne possiamo più». Lo sfogo è la conseguenza di promesse elettorali che, volente e nolente, si devono confrontare con la realtà. «Dobbiamo evitare di prendere in giro i balneari - dice con forza Corsini, che il modello lo conosce bene -, perché la verità è che non applicare la direttiva vorrebbe dire andare incontro a una procedura di infrazione». Come procedere allora? Secondo l’assessore «se si tratta di prendersi qualche mese in più per costruire i decreti attuativi per noi va bene e, dico di più, siamo disponibili a dare una mano per la loro stesura», che tradotto vuol dire mettere nero su bianco un testo normativo che premi la professionalità e altri aspetti inerenti a chi oggi ha investito tempo e risorse sugli stabilimenti. «Così che - aggiunge - qualora dovessero perdere le gare, sarebbero comunque destinatari di un giusto indennizzo». Messi da parte gli aspetti politici, su cui la discussione è aperta, il cronoprogramma è ormai definito: le attuali concessioni scadranno il 31 dicembre di quest’anno e nei primi mesi del 2024 si aprirà l’affidamento tramite la formula dell’evidenza pubblica. A quel punto i Comuni potranno chiedere una deroga di un anno, cosa che, stando alle previsioni della Regione, tutti chiederanno, ma dal 2025 la partita verrà definitivamente chiusa.
Le sfide per il 2023
Venendo ora alle strategie per l’anno in corso, gli obiettivi principali per la Romagna secondo Andrea Corsini saranno principalmente due. Il primo concerne la riqualificazione alberghiera, tema su cui la Regione ha stretto un accordo da 300 milioni di euro con Banche e Bei (Banca europea degli investimenti) e che, proprio quest’anno, dovrebbe entrare nel vivo. Anche il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad ha messo in chiaro nei mesi scorsi come questo lo consideri uno dei nodi cardine per il suo mandato. «Ci sono strutture a una, due e tre stelle - ammette l’assessore Corsini - che andrebbero davvero chiuse, perché dequalificano il territorio. Tra l’altro, aggiungo, sono gli stessi dati a dirci che oggi i turisti preferiscono strutture qualitativamente più elevate quando si parla di ricettività alberghiera», dato che la fetta di clientela prima presidiata dalle strutture meno qualificate oggi si indirizza maggiormente verso bed and breakfast o case vacanze proposte su portali come Airbnb. Tornando alle sfide, la seconda riguarda i collegamenti e, più precisamente, i collegamenti aeroportuali, «perché ritengo che questo possa essere davvero l’anno della ripartenza per lo scalo di Rimini - commenta Corsini -, con l’apertura di tratte specialmente con il Nord Europa, Polonia in primis, dato che si tratta di un bacino tra i più interessanti. In riferimento all’attività crocieristica avviata l’anno scorso a Ravenna, credo sia una grande opportunità, ma vedo difficile che lo scalo riminese possa aprire un canale di collegamento con gli Stati Uniti». Parlando poi di Forlì, nei prossimi giorni ci sarà un incontro per capire le strategie, anche se in questo caso, chiarisce l’assessore regionale, «temo sarà più fatica».
Permanenze più lunghe
Il modello Romagna, insomma, funziona. L’estate rimane e continuerà a rimanere il core business, ma anche la destagionalizzazione fatta di eventi sportivi, congressi e fiere sta dando i suoi frutti. «Proprio queste ultime tre - conferma Corsini - sono leve sulle quali bisogna continuare a puntare per innovare l’offerta e garantire un’attività turistica più lunga possibile, anche lato stabilità per la manodopera». C’è da dire, inoltre, che il modello “short break”, ossia delle vacanze brevi, nel 2022 ha iniziato a mostrare qualche segnale di appannamento, in favore di vacanze più lunghe sia da parte degli italiani che degli stranieri.