"Sette cene a casa mia per gli alluvionati": il cuore d'oro dell'ex vigile del Fuoco di San Mauro Pascoli

Dopo una vita passata a soccorre gente con la divisa da vigile del fuoco indossata per 32 anni, ha pensato quale poteva essere il modo per aiutare chi era stato colpito dall’alluvione. E così Massimo Montemaggi, che presto compirà 70 anni, si è inventato cuoco per 7 gustose cene a scopo benefico, organizzate a casa sua. Mediamente ha messo a tavola una dozzina di ospiti e questa sera chiuderà il cerchio. Ogni partecipante è stato invitato a versare una quota di 22 euro, ma diversi hanno voluto essere più generosi. Alla fine, detratte le spese vive sostenute, che sono state contenute, Montemaggi conta di mettere assieme una somma totale attorno a 1.300 euro, con cui dare una mano a qualcuna delle persone che hanno tanto, e in qualche caso tutto, a causa dell’alluvione. Spiega che intende usare per dare una mano non donando denaro in contanti ma «comprando e consegnando elettrodomestici o altri oggetti andati distrutti a seguito della catastrofe del 16 e 17 maggio, che qualche cittadino in difficoltà vorrà indicarmi». Nel mettersi ai fornelli per questo nobile scopo, Montemaggi confida di avere anche fatto tesoro della pratica fatta durante il servizio nelle file del 115, dove capita di dovere arrangiarsi a cucinare qualcosa. E infatti commensali hanno apprezzato i menù proposti, resi ancora più buoni dal motivo per cui sono stati organizzati quei piacevoli momenti conviviali tra le mura domestiche, giunti ora al capolinea e pronti a dare i frutti finali. Montemaggi non è nuovo a slanci solidali verso chi viene colpito da cataclismi. Si era dato, per esempio, da fare anche in occasione di terremoti, come quello nelle Marche. In fondo - riferisce con modestia - un semplice modo per continuare a fare quello che ha fatto per tutta la vita nel suo lavoro, e cioè aiutare chi ne ha bisogno. «Anch’io ho subito qualche allagamento nella mia abitazione - racconta - ma non è niente rispetto ad enormi danni patiti da altri e ho pensato che preparando qualche cena di raccolta fondi potessi rendermi più utile che andando a spalare fango».