Scuola, una supplente riminese: "Causa algoritmo mi hanno superata in 80"

Supplente scavalcata per colpa dell’algoritmo. L’incarico che le spettava fino al 31 agosto 2024 è finito a chi si trovava 80 posizioni sotto di lei in graduatoria ma è contro all’algoritmo ministeriale, che conferisce gli incarichi di supplenza, che si scaglia il j’accuse della 37enne riminese, Giulia Tiburzi, insegnante precaria di italiano alle medie. Della disavventura in cui è incappata ha parlato anche nella pagina Instagram la_libreria_disordinata dove recensisce libri. Per lei l’anno scolastico alle porte inizia con “Saturno contro”: due mesi di lavoro in meno con un taglio di 500 euro ogni mese e spese esponenziali in carburante, per raggiungere la scuola assegnata in Valconca. Non stupisce, commentano i colleghi, che di recente sia partita una petizione nazionale per abolire il famigerato algoritmo ribattezzato impietosamente «algotruffa».
«Lavoro dal 2015 presso le scuole medie del territorio e dal 2017 ho sempre ricevuto supplenze sino al 31 agosto - dice l'insegnante -. L'algoritmo funziona? Assolutamente no, in primis perché la scelta avviene al buio. Manca infatti la pubblicazione delle disponibilità delle scuole al momento della presentazione della domanda, dove indichiamo preferenza delle sedi e tipologia di cattedra.E ai vincitori di concorso non è stato chiesto di cancellarsi dalle graduatorie provinciali. Quindi l’algoritmo ha assegnato cattedre a colleghi già in ruolo. Posti poi tornati indietro ma solo in un secondo turno di nomina. E non basta. Se nella domanda non scegli uno spezzone o una certa scuola, il sistema ti considera rinunciatario tout court, nel suo continuo ripercorrere la graduatoria. Orai miei 95 punti mi piazzano al 66° posto in graduatoria: una buona posizione in vista di un contratto annuale ma poi l'algoritmo mi ha spinto molto più giù in graduatoria».
