A Rimini città Elly Schlein ha vinto, come alla fine è successo a livello nazionale. Gli elettori e i simpatizzanti hanno ribaltato il voto dei circoli, che avevano incoronato Stefano Bonaccini appena due settimane prima. Questi i numeri: Rimini città 51,26% per Schlein, 48,74% per Bonaccini. A Riccione, dove invece erano stati gli iscritti a premiare la candidata, l’apertura dei gazebo ha capovolto il quadro: 46,99% per Schlein e 53,01 per Bonaccini. Gli altri principali comuni del Riminese hanno seguito la tendenza romagnola che ha supportato soprattutto il governatore: in particolare a Misano dove Bonaccini ha incassato il 73,35% e Schlein appena il 26,65%, poi Cattolica 62,10% Bonaccini e 37,90 Schlein, Santarcangelo 60,49% il candidato e 39,51% la candidata. Ma i numeri il giorno dopo sono già cosa vecchia, ora quello che contano sono gli umori, e le prospettive.
Il sindaco di Rimini
Come i suoi colleghi romagnoli, il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad aveva dichiarato sostegno al presidente della Regione in carica. E nel suo commento sembra un po’ voler “aggiustare” quella che è certamente stata per lui una delusione. Ovviamente fa gli auguri alla nuova segretaria e aggiunge pure che «Schlein andrà aiutata e sostenuta. Più che l'esercizio solitario di una leadership, la cosa che più temo è la solitudine in cui, non raramente in passato, sono stati lasciati i leader stessi del Partito democratico». Ma rimarca anche a stretto giro che «l’identità del Pd è plurale». Inoltre a lui la parola radicalità non pare piacere affatto. Critica infatti la sardina Mattia Santori quando dice «Non saremo più quelli delle mezze misure». E ancora aggiunge: «Dire che Schlein ora guarderà alla sinistra radicale, come prima affermare che Bonaccini guardava al riformismo, deve indignare perché offende l’intelligenza di tutti coloro i quali 24 ore fa hanno rinunciato a una briciola del loro disimpegno domenicale per andare a votare. Un partito che vuole legittimamente tornare ad essere maggioranza in Italia non può illudersi di confinarsi in una ridotta e porta con sé naturalmente l’ambizione di ampliare il consenso anche fuori dal proprio perimetro ideologico e di valori. E oggi il principale valore, per me, è l’unità del partito». Quanto alle sfide, c’è bisogno ancora di Bonaccini suggerisce Sadegholvaad: «Il coraggio è una componente fondamentale che, mi auguro, il Pd nuovo recuperi in fretta. Magari tenendo in debito conto le idee, la voce, l’esperienza di Stefano Bonaccini».