Sarsina, Italia Nostra scrive al ministro per salvare il Capitolium

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Il segretario generale nazionale di Italia Nostra Michele Campisi ha scritto al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per chiedere che il ritrovamento del tempio romano venga dichiarato «di importante interesse culturale», così da entrare automaticamente nel demanio dello Stato. Si presume che sia stata «questa fondata previsione», tra l’altro, a spingere il Ministero a concedere il finanziamento per le spese dello scavo. La decisione del Ministro di recarsi a Sarsina nella giornata di domani viene accolta «con viva speranza».

Il “Capitolium”, è l’appello di Italia Nostra, dovrebbe diventare un modello per la politica nazionale di come si deve operare per le grandi aree archeologiche. «Sarebbe scandaloso, irrispettoso e assurdo - prosegue l’associazione - costruire sopra tale monumento un palazzetto dello sport. Lo scavo inoltre permetterebbe, con la messa in luce dell’impianto antico, il riordino geologico dell’area anche ai fini della sicurezza ambientale posta a rischio dai volumi di riporto soggiacenti la quota dell’insediamento moderno».

Per Italia Nostra non vi può essere una valorizzazione con «finzioni virtuali», e liquidano le previste ricostruzioni virtuali tridimensionali, come una sorta di scorciatoia per proseguire nella costruzione dei fabbricati.

L’associazione ricorda che il Codice dei Beni culturali e del paesaggio prevede che se i lavori ricadono in aree di interesse archeologico, anche quando non sia intervenuta una verifica o una dichiarazione, occorre la verifica preventiva dell’interesse archeologico, per evitare che, come prevede la legge, «beni culturali possano essere danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico».

Lo scavo di Sarsina ha rivelato un raro esempio di “Capitolium”, un ritrovamento di eccezionale valore e quindi, sostengono, andrebbe escluso qualsiasi si margine di discrezionalità. «La soluzione è obbligata - insiste Italia Nostra - deve essere espressamente dichiarato l’interesse particolarmente importante di quella complessa struttura, inamovibile ed esposta alla vista». E ritengono non ci sia ragione alcuna «di tirare in ballo i rapporti di collaborazione con il Comune», che peraltro ha sempre dichiarato di aver assecondato le indicazioni della Soprintendenza, poiché «la competenza in materia è completamente ed esclusivamente del Ministero e delle Soprintendenze».

«La Soprintendente si affretti a proporre alla Commissione Regionale per il patrimonio culturale l’espresso provvedimento di tutela – conclude l’associazione -. Dichiarato l’interesse culturale con ciò stesso il monumento archeologico di Sarsina entra nel demanio dello Stato».

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