L’alluvione non ha causato danni diretti alle infrastrutture della diga di Ridracoli, ma sono ingenti quelli indiretti. Le piogge torrenziali del maggio scorso, infatti, hanno causato una forte contrazione dell’afflusso turistico. «Abbiamo avuto un grosso danno dall’alluvione – spiega Massimo Casadei, responsabile delle attività didattico educative dell’Ecomuseo delle acque di Ridracoli –. Nonostante l’infrastruttura non abbia avuto conseguenze, dal punto di vista turistico si è rivelato un grosso problema. A maggio avevamo il programma pieno di visite da parte delle scuole che, tuttavia, sono state disdette. Inoltre, il nostro bacino principale in termini di turisti è quello della pianura ravennate e faentina, territorio duramente colpito dagli eventi alluvionali. Questi fattori hanno determinato un grosso calo degli ingressi anche se noi abbiamo tenuto chiuso solo un weekend. Quando la strada a Galeata ha riaperto in senso alternato, infatti, abbiamo ripreso immediatamente la nostra attività normalmente».
Ripresa in luglio e agosto
Luglio e agosto, complice il bel tempo, hanno contrassegnato la ripresa. «In agosto – continua Casadei – il dato di afflusso è pari a quello degli altri anni ma a causa della forte flessione di maggio e giugno, il bilancio generale rispetto agli anni passati registra un calo del 30% degli ingressi». Il rovescio della medaglia legato all’alluvione è che grazie all’elevata quantità di acqua raccolta dalla diga è possibile prolungare le attività sullo specchio d’acqua. «Proseguiranno in settembre poiché il livello dell’invaso è più alto rispetto al trend stagionale – spiega Casadei –. Le piogge di maggio hanno fatto sì che la diga sia maggiormente piena e per questo le attività che normalmente terminavano la prima settimana di settembre continueranno. Per quanto riguarda le escursioni in battello, sono programmate almeno fino alle prime due settimane del prossimo mese e la stessa cosa per quanto riguarda le attività in canoa con possibilità di allungare ulteriormente il calendario delle escursioni».
Turisti italiani
Che si scelga di scoprire gli angoli più nascosti dell’invaso a bordo dell’imbarcazione elettrica oppure si opti per raggiungerli a remi con la forza delle proprie braccia, a lasciarsi affascinare da questo angolo di foresta sono principalmente turisti italiani. «Gli stranieri come sempre sono abbastanza latitanti come in tutta quest’area dell’appennino. Abbiamo avuto qualche visitatore francese e qualche tedesco ma siamo attorno al 5% circa». A differenza di quello che si potrebbe pensare, a riscuotere enorme successo registrando sempre il tutto esaurito non sono state solo le visite guidate immerse nella natura ma sopratutto quelle alla scoperta dell’imponente opera idraulica. «L’appuntamento in programma ogni mercoledì in cui si vede la diga da sotto e si può fare un breve tratto in cui si può scoprire la diga da dentro ha registrato sempre il sold out – spiega –. C’è un grande interesse sull’infrastruttura: come è stata realizzata, conoscerne la storia e gli strumenti di controllo. Addirittura qualcuno torna due volte. Alcuni ci hanno anche chiesto di visitare internamente la diga in un altro punto e ci stiamo attrezzando per farlo». Quest’anno è stata poi sperimentata con successo la possibilità di fare un’escursione di due giorni. «C’è stato un buon interesse relativamente alle escursioni in e-bike: continuiamo ad accompagnare i gruppi e la stagione sta andando bene». Ora si guarda all’appendice autunnale per la quale ci sono buone prospettive: «Dovrebbe andare abbastanza bene – conclude Casadei –. Alcune scuole stanno chiamando per recuperare la gita saltata a maggio».