Sanità a Rimini, l'Asl: "L'elisoccorso sarà potenziato"

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«Automedica eliminata ma niente allarmismi, l’elisoccorso verrà potenziato». L’Azienda sanitaria non ci sta e interviene dopo gli strali del presidente dell’Ordine dei medici di Rimini, Maurizio Grossi e di quello degli infermieri, Nicola Colamaria, innescate dalle stoccate di Davide Manfroni, medico del 118 e referente Snami, sul fatto che l’automedica di Rimini sarà tolta, lasciando quelle di Riccione, Santarcangelo ma anche Novafeltria.

La carenza dei medici

L’Ausl in una nota a firma di Maurizio Menarini (Direttore UO centrale operativa 118 ed emergenza territoriale Romagna), Raffaella Francesconi (Responsabile programma emergenza-urgenza), Tiziana Perin (direttore pronto soccorso e medicina d’urgenza Rimini) e Rosa Intermite (Direttore pronto soccorso e medicina d’urgenza Riccione) spiega che «gli interventi più gravi sul campo non superano l’1,5% dei casi» e rimarca «la grave e nota carenza di medici» alla base della riduzione dei veicoli per spostare i camici bianchi nei pronto soccorso. Dati alla mano, prosegue, il numero di interventi delle attuali automediche (Rimini, Riccione e Santarcangelo) «è pari ad una media di 5 o 6 in 24 ore con un medico che in un turno di 12 ore tratta 3 pazienti, di cui nella maggior parte dei casi non si riscontra compromissione di funzioni vitali». A fronte di queste cifre, afferma l’Ausl, «un medico del pronto soccorso di Rimini e Riccione tratta non meno di 25 - 30 pazienti a turno con un carico ben diverso di lavoro».

Voli, 250 ore in più

La bella stagione fa lievitare il numero dei pazienti per l’arrivo dei turisti, ma si segnala che l’elisoccorso, già dalla prossima primavera «estenderà la presenza operativa, con circa 250 ore in più per tutta l’estate». Perciò, «attraverso l’uniformità delle procedure infermieristiche su tutti gli ambiti, si mette in campo un progetto di formazione e qualificazione degli infermieri e dei medici, la presenza di un medico in centrale operativa per supportare e supervisionare l’attività territoriale».

Quanto alle critiche ricevute, l’Azienda dichiara che «dei tagli è stata data la dovuta informazione nelle opportune sedi», fermo restando che la Romagna «ha il numero più alto di interventi con infermiere nel nord Italia in rapporto alla popolazione», tanto più che «la presenza di un professionista sanitario già sul primo mezzo assicura una risposta adeguata nella stragrande maggioranza dei casi».

Contratti e problemi

Sul tema della formazione degli infermieri si ribatte che «non si tratta di una richiesta dell’Opi bensì di una parte del progetto, sebbene, - insiste l’Ausl - nessuno pensi di sostituire con un infermiere i medici che mancano. Nell’ambito della professione ognuno mantiene il proprio ruolo, in una virtuosa collaborazione. E la figura del medico di centrale andrà a supportare , con la idonea tecnologia, gli operatori sul territorio».

Quanto ai ventilati problemi di tipo contrattuale, su cui Ausl non si trova d’accordo, non vengono comunque reputati la causa dell’assenza di nuove leve. «Tra due anni mancheranno 50mila medici, - si taglia corto - non si tratta di un tema risolvibile solo con incentivazioni economiche». Perciò, se ci saranno scioperi di medici e infermieri, ci si augura che siano «a difesa del servizio sanitario nazionale e di quanti vi lavorano con grande impegno».

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