Sambri: "Virus in ascesa: di questo passo le scuole sono a rischio"

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«Il virus è tornato a circolare in maniera consistente. Eppure c’è una fetta di popolazione che sembra non rendersene conto. O non vuole rendersene conto. Il rischio è quello di essere ripetitivi ma come medici in fondo abbiamo l’obbligo di fare tutto il possibile per tutelare le persone. Anche da se stesse per il bene della collettività».

Il professor Vittorio Sambri, direttore dell’Unità Operativa di Microbiologia del Laboratorio Unico di Pievesestina dell’Ausl Romagna, continua suo malgrado, tampone dopo tampone, ad avere monitorata la situazione della pandemia. Le prospettive sono tali che, l’obiettivo di mantenere le scuole aperte in presenza, potrebbe già diventare una chimera alle soglie dell’autunno inoltrato.

«A novembre scuole già in difficoltà per le lezioni in presenza? Può essere: di certo vediamo che il virus sta circolando in maniera molto consistente. La variante Delta ha già di fatto sostituito la Alfa (quella inglese, ndr) e il numero dei casi giornalieri aumenta di pari passo con la percentuale di positivi sui tamponi eseguiti. Siamo di fronte ad una forte ripresa sia della circolazione virale che dell’epidemia».

Di persone in ospedale, almeno, per ora ce ne sono poche. Al Bufalini solo un ricovero. In generale i casi gravi (come i 4 morti in Regione comunicati dall’Ausl due giorni fa) sono tutte persone non vaccinate.

«La stragrande maggioranza di chi finisce in ospedale non è vaccinato. A rischio di esser ripetitivo ribadisco: i vaccinati possono ammalarsi e anche trasmettere in piccola parte l’infezione. Ma il tutto avviene in maniera enormemente ridotta col vaccino in corpo. Nei vaccinati la malattia è a malapena un raffreddore e non hanno conseguenze postume. Se non sei vaccinato puoi finire in ospedale ed avere conseguenze serie come sempre successo. Il fatto che le terapie intensive si stiano riempiendo di 40enni, che sono tra i meno vaccinati, è la riprova del fatto che bisogna vaccinarsi. Mi fa piacere che sulla spinta dell’obbligatorietà del green pass anche per cose che riguardano la socialità, in tanti stiano rompendo gli indugi anche tra i più giovani».

Una spinta che va supportata: «Di certo vanno usati tutti i sistemi disponibili perché certe persone smettano di dire che non si vaccinano “perché me lo ha detto mio cugino che lo ha letto su internet”. Il vaccino ci protegge e ci fa fare una vita il più possibile normale tenendo lontana la parte severa della malattia».

Spesso togliere “divertimento” o mettere le mani nel portafoglio per gli italiani è più di sprone rispetto al terrore di una malattia. «Voglio essere provocatorio come lo è stata Ilaria Capua. Un giorno in Rianimazione costa alla sanità pubblica sui 3.800 euro circa. La provocazione è questa: far pagare la degenza ai non vaccinati. Anche col modello ad assistenza diretta: prima paghi e poi te li ridò indietro. Sono certo che a fronte della prospettiva di spendere tanto, in tanti si avvicinerebbero “più volentieri” al vaccino. Le contestazioni di piazza eccepiscono che anche chi fuma può ammalarsi di cancro ai polmoni. O chi ha il colesterolo alto e ha un infarto. Il problema è che il tumore o l’infarto possono essere causati da tanti fattori. Non solo questi. E non sono tracciabili matematicamente. Se invece uno finisce in Rianimazione per Covid è perché è stato infettato solo ed esclusivamente da quel virus. E se in Rianimazione non ci finisce è perché è vaccinato. Un rapporto causa effetto diretto e dimostrabile. Si parla tanto di rianimazioni... Ma anche i postumi di un “covid normale” non sono da sottovalutare. In tanti ormai ci sono passati e possono testimoniare; persone anche giovani che per tanto tempo si portano dietro insufficienze respiratorie e fibrosi polmonari».

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