Rovereta di Coriano, dipendenti distrutti: «La notte non dormiamo più»

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«Non sappiamo più che cosa fare. C’è persino chi minaccia di bloccare la Statale per far sentire le nostre ragioni e attirare l’attenzione sul caso. Sui mass media si parla della Knorr dove rischiano il posto in 79 oppure del Mercatone. Mentre dei nostri problemi, e siamo oltre 300 dipendenti, si sa poco o nulla».
Alla Rovereta di Coriano (35 dipendenti e quote societarie detenute dalla Petroltecnica Spa) la situazione è sempre più tesa. Il lavoro è bloccato dallo scorso aprile e molti lavoratori non riescono più a resistere senza stipendio. Ieri si è tenuto un incontro richiesto da 18 lavoratori dell’azienda per fare il punto della vicenda.
La Rovereta srl, specializzata nello smaltimento degli idrocarburi nei terreni, è sotto sequestro da mesi, da quando cioè i carabinieri del Noe di Bologna hanno posto i sigilli a un’area di stoccaggio che appartiene all’azienda. E che limitano molto anche l’attività della Petroltecnica e il lavoro di altri 280 dipendenti.
I dipendenti
Virgilio Pagliarani della Petroltecnica, uno di coloro che ha richiesto l’incontro, sottolinea: «Se si continua di questo passo, la Rovereta rischia di chiudere definitivamente. Il Comune ha messo in stallo una procedura che non “ci azzecca” nulla con la sopravvivenza dell’azienda. Noi abbiamo bisogno che il lavoro riparte non oggi, ma già da ieri».
Dario Palmieri, dipendente della Rovereta, è preoccupatissimo: «La notte non dormo più. Io e mia moglie, siamo dipendenti dell’azienda e rischiamo entrambi di perdere il posto di lavoro. Ci troviamo in una situazione assurda: il sindaco fissa degli appuntamenti con noi e poi rimanda continuamente gli incontri».


L’azienda
Peo Pivi, titolare della Petroltecnica, società che controlla Rovereta sottolinea: «Stiamo assistendo a una situazione oscena a tutti i livelli, una vicenda assurda. Ci contestano 70 chili di ferro e plastica su un totale di 12 milioni di chili. Una “mancanza” per la quale rischiamo al massimo 100 euro di multa: sempre che la sanzione sia plausibile. Eppure non possiamo lavorare». E aggiunge: «Molti colleghi mi chiedono Perché non te ne vai? Io tengo botta, però è una cosa vergognosa».


I politici solidali
A portare la loro solidarietà ai lavoratori c’erano i consiglieri regionali Nadia Rossi e Giorgio Pruccoli, il consigliere provinciale Simone Gobbi e la consigliera comunale Roberta Talacci.
«Siamo qui per sostenere le famiglie e i dipendenti che rischiano di rimanere senza lavoro – spiega Nadia Rossi –. La tensione è molto alta. In un momento così delicato il Comune dovrebbe camminare di fianco all’impresa, ma è un percorso che va portato avanti in due. So che la società ha presentato una serie di proposte per regolarizzare la situazione, ma il Comune di Coriano ancora non ha fornito risposte. E sono chiarimenti che il comitato di Cerasolo ha richiesto sin dal 2012 in tema di urbanistica, edilizia e agibilità delle strutture».

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