Roggiolani: "Il cambiamento climatico è una minaccia spaventosa"

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«Il cambiamento climatico è una minaccia spaventosa perché rischia di farci retrocedere di secoli, ma l’ecofuturo è radioso perché possediamo tutte le risposte»: a parlarcene è Fabio Roggiolani, co-ideatore di Ecofuturo Festival e animatore dell’Associazione GIGA, che si occupa di geotermia e di nuove ecotecnologie, nonché tra i visionari della sostenibilità protagonisti del workshop di domenica 25 settembre del Montefeltro Green Festival.

Avete fondato Ecofuturo nel 2014, ci sono progressi da allora in termini di ecologia?

«Ogni passo ecotecnologico apre nuove opportunità e rende possibile quello che fino a ieri era solo intuizione pionieristica e sperimentazione. Senza app non c’è car sharing, senza pompe di calore ad alta temperatura non si elimina il gas per il riscaldamento, senza ecodragagggi non si svuotano i bacini dai fanghi. Ecofuturo festival ha dato a molti la possibilità di sviluppare le proprie intuizioni. Inutile sollevare problemi senza proporre soluzioni, altrimenti si diffondono frustrazione ed angoscia».

La minaccia principale che intravede oggi per il Pianeta?

«Il cambiamento climatico può farci retrocedere sulle conquiste oggettive in termini di riduzione della morte per fame, di accesso all’acqua e alle cure al periodo coloniale e post coloniale. Immense popolazioni dovranno spostarsi perché non hanno case resilienti come le nostre e muoiono di eventi climatici estremi, lo spaventoso aumento dei costi energetici fossili renderà molte famiglie dei Paesi occidentali nuovi poveri con conseguente angoscia sociale. Ecco perché noi contestiamo i summit climatici che si riuniscono stupidamente in presenza, consumando C02 come il Marocco in un anno (studio fatto per la cop di Copenaghen ). Oggi noi abbiamo bisogno di terapie, non di termometri per dirci che la febbre sale».

L’augurio per il futuro?

«Il futuro, anzi l’ecofuturo è radioso perché abbiamo in mano gran parte delle risposte, oggi possiamo fare a meno delle fonti fossili o ridurle a una quota infinitesimale, sostituendole con la democrazia energetica rinnovabile. Possiamo dismettere gli aratri e stoccare la CO2 nei campi, produrre energia e cibo sano e bio dalle nostre campagne. Ormai con il mix di tutte le energie rinnovabili e della ecotecnologie ogni comunità può farsi energia e recuperare risorse per dare stabilità sana e a basso costo al proprio futuro. Per questo occorre che i comitati anti rinnovabili siano visti non più con simpatia ma come un pericolo, che le soprintendenze smettano di dedicarsi al cemento e non alle pale e che insomma la finiamo di riunirci per dire no, ma per costruire il mondo delle comunità energetiche rinnovabili. Ci sarà lavoro per tutti e finalmente ricominceremo a rimettere il mondo in equilibrio».

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