Rimini, truffa del bitcoin: perde 150mila euro

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Una truffa giocata sui bitcoin, soldi venduti facili, anche nel corso di una cena a base di piadina in uno dei locali più conosciuti della riviera riminese. Questo, il clima dal sapore amicale e familiare in cui si è incardinata la vicenda legale che ha preso impulso lo scorso lunedì davanti gli ufficiali della polizia di Stato con la denuncia di un cittadino piemontese che avrebbe sottratto con l’inganno circa 150mila euro a un uomo sulla sessantina residente a Rimini.

Il riminese aveva infatti effettuato una serie di bonifici, di cui uno anche da oltre 100mila euro, persuaso di stare effettuando un investimento su una piattaforma di bitcoin capace di fruttare tassi di interesse anche pari al 20%. Le cifre investite, secondo quanto riferito dai “consulenti” avrebbero dovuto generare i rendimenti alla fine dello scorso anno. Tuttavia, dopo l’accredito delle varie tranches di pagamento, il sedicente “promotore” non ha più risposto al telefono.

La vicenda

Come raccontato alla polizia, l’assistito dall’avvocato Stefano Caroli spiega di aver ripetutamente cercato di contattare l’uomo che lo aveva affiancato nell’operazione finanziaria.

Chiamate e messaggi Whatsapp, però, non hanno mai più dato alcun esito.

Lo sconcerto per l’improvvisa sparizione del “promotore” e il mancato accredito dei rendimenti attesi sul conto corrente hanno quindi spinto il riminese a riflettere su quei 150mila euro partiti dal suo conto per sparire nel nulla.

Compagni “di sventura”

Immediato, quindi, il confronto con gli altri “soci”, le tante persone, tra cui decine di riminesi, che si erano messi “in affari” con i promotori di investimenti sulla piattaforma di Bitcoin.

Nella stessa situazione del 60enne, infatti, circa 130 persone provenienti da diverse parti d’Italia, tutte partecipanti al medesimo gruppo Telegram collegato alle tematiche di investimenti nei Bitcoin. Le stesse con cui il “consulente” avrebbe condiviso la cena sul lungomare di Rimini. Centotrenta persone per cui oggi, spiega l’avvocato Caroli, «pare profilarsi l’opzione di una class action. Per questa ragione è stato avviato un contatto con un noto legale bolognese specializzato nella tutela del consumatore».

Tuttavia, le intenzioni dell’avvocato riminese sono dirette a sostenere l’accusa di truffa. Una truffa che si sarebbe svolta ai danni dell’assistito «che si è fidato delle parole di quello che credeva essere un uomo di fiducia, un consulente intento a proporgli un investimento sicuro, fruttuoso per sé e per la sua famiglia».

Un primo atto, quello della denuncia, che apre a un procedimento giudiziario in cui il riminese si presenta forte di messaggi, scritti e vocali, fotografie, bonifici e mail scambiate nel corso di oltre un anno.

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