Rimini, stadio del baseball: il Tar boccia il Comune

L’associazione dilettantistica Rimini Baseball gestirà la Casa dei Pirati fino al 31 dicembre del prossimo anno. Lo ha deciso giovedì scorso il Tribunale amministrativo dell’Emilia Romagna in accoglimento dell’ennesimo ricorso presentato dalla società contro Palazzo Garampi. Il Tar ha infatti deciso la sospensione immediata del provvedimento notificato all’Asd Rimini Baseball lo scorso 15 marzo con cui il Comune ha negato la richiesta di proroga della convenzione stipulata il 3 dicembre del 2020 per la gestione dello stadio del baseball. Per i giudici amministrativi l’Asd Rimini baseball ha diritto alla proroga del contratto e gestire l’impianto sino al 31 dicembre del 2024. Il presidente Ugo Di Benedetto, il consigliere Umberto Giovannini e il consigliere estensore Stefano Tenca, hanno fissato nel prossimo 18 ottobre il giorno dell’udienza pubblica della discussione di merito e stabilito che il Comune paghi tutte le spese sostenute e da sostenere fino a quella data. Come detto questa è la terza sentenza favorevole per i gestori: sempre il Tar prima e poi il Consiglio di Stato avevano dato ragione alla società assistita dall’inizio dall’avvocato Raffaele Seccia del Foro di Napoli, con la collaborazione del collega Thomas Coppola.

Il caso

È il 2017 quando l’Asd Rimini Baseball di Ciro Esposito rileva la “Casa dei Pirati”: campo da baseball, pizzeria (piano terra) e un appartamento (al piano superiore). I problemi nascono nel 2020, durante il primo lockdown, quando l’associazione titolare dell’attività e concessionaria dell’impianto sportivo che si trova lì accanto, viene sfrattata dall’amministrazione comunale per non aver ricevuto prova del rinnovo della polizza assicurativa.  Da qui l’azione legale del Comune per inadempienza dell’Asd Baseball Rimini. Ma questo è solo il primo scoglio superato dalla società guidata da Ciro Esposito che con Palazzo Garampi ha in piedi anche una causa civile: una richiesta di risarcimento danni per un milione di euro. Coppola e Seccia, infatti, sono stati costretti a ricorrere al Tar perché il Comune non ha applicato le opportunità offerte dal cosiddetto Decreto Milleproroghe per prolungare la convenzione scaduta con la Rimini Baseball. Da qui la nuova causa che si è conclusa con l’accoglimento del ricorso dell’associazione. Per vedere riconosciute le proprie ragioni Palazzo Garampi si è appellata due volte al Tar ma per altrettante volte il verdetto viene ribaltato dal Consiglio di Stato. Comprensibilmente soddisfatto il presidente del Rimini Baseball Ciro Esposito: «A nulla sono serviti tutti gli attacchi dell’amministrazione comunale nei confronti della mia persona e della mia famiglia e dell’attività, la legge e la condotta ci hanno dato ragione in tutte le cause che abbiamo affrontato e portate alla vittoria, a testa alta». Tutto questo «proteggendo in primis gli atleti, non ostruendo mai in nessun modo le attività sportive, facendo inoltre crescere la nostra attività commerciale rinomata e frequentata da tantissimi riminesi...». Non le manda a dire Esposito e si toglie diversi scomodi sassolini dalla scarpe di cossighiana memoria: «In tutto questo l’Amministrazione precedente e quella di oggi si sono dimostrate menzognere nei confronti sia dei cittadini che delle società sportive combattendo una famiglia di lavoratori onesti. A pagare questo conto molto salato saranno solo i contribuenti. Con i soldi dei cittadini i sindaci ,assessori allo sport e funzionari comunali avevano un solo obbiettivo, ahimé fallito miseramente, se ne riparlerà a fine 2024».

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