Rimini, si tuffa nel porto canale per sfuggire all'Esercito, poi tenta un paio di furti

Si butta nel porto canale per sfuggire ad controllo dei militari dell’Esercito, poi si fa arrestare dai poliziotti che lo sorprendono mentre cerca di scassinare la porta di un appartamento. Sono stati 30 minuti di fuoco quelli vissuti mercoledì sera da uno dei presenzialisti più assidui del piazzale della stazione. I suoi comportamenti sono sempre attenzionati, soprattutto quando è evidente lo stato di alterazione alcolica. Così è stato anche mercoledì sera quando ha iniziato a dare fastidio a quanti gli passavano attorno. Per questo una pattuglia dell’Esercito dell’Operazione Strade sicure, gli si è messa alle costole. Il primo assaggio quando è arrivato al bar-trattoria Artrov ed ha cercato di rubare una bottiglia di vino. Allontanato dai proprietari, si è incamminato verso la banchina del porto. I militari che lo tallonavano da lontano sono intervenuti quando lo hanno visto stringere in mano una grossa pietra e gli hanno intimato di buttarla. Lui, per tutta risposta, ha iniziato a correre per poi gettarsi in acqua. Tuffo che i militari non hanno visto, ma di cui sono stati informati da alcuni ragazzi seduti su una scalinata a ridosso della banchina. Per sottrarsi al controllo il 30enne marocchino, ha tentato l’apnea tenendosi alla cima di un gommone. Cima che è stata scossa fino quando dalle bollicine nell’acqua è spuntata la sua testa.
Tutto finito? Niente affatto
A nuoto l’uomo ha attraversato il porto canale e fatto perdere le proprie tracce a San Giuliano Mare. Pochi minuti ed è la polizia ad interessarsi a lui. Cittadini segnalano che un uomo aveva cercato di introdursi in un’abitazione del Borgo. Giunti sul posto, i poliziotti avute indicazioni sulla direzione di fuga stanno per iniziare le ricerche, quando altri residenti segnalano d’aver notato lo stesso soggetto introdursi nel cortile di una casa. Il nordafricano è sorpreso mentre tira con forza la maniglia di un magazzino dove sono custodite biciclette e attrezzi da lavoro. Scoperto si è giustificato sostenendo di essere alla ricerca di un posto dove dormire e di non aver fatto nulla di male. Difesa smentita da altri residenti che hanno aggiunto anche di aver sentito dei rumori di vetri infranti.
Al termine degli accertamenti, quindi, il presunto ladro, è stato arrestato per tentato furto.
Ieri mattina il 30enne è stato processato per direttissima. Il suo difensore d’ufficio, l’avvocato Gilberto Martinini, ha chiesto il patteggiamento a un anno e due mesi. In attesi della ratifica, il giudice lo ha rimesso momentaneamente in libertà con l’obbligo di firma quotidiano in Questura.