Rimini. Reperti etruschi sul banco al mercatino, anziana a processo

Con i ricordi dimenticati in una qualsiasi cantina, trasforma l’hobby certificato da tanto di tesserino in una piccola attività e monta il suo banchetto nei mercatini delle pulci dove vende di tutto a prezzi che mediamente vanno dai tre ai cinque euro, certamente non la quotazione che si meriterebbero reparti archeologici d’epoca etrusca. Quelli che i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale hanno invece trovato tra cianfrusaglie di ogni genere, esposti per la vendita. È questa la genesi dell’inchiesta che ha portato al processo dove sul banco degli imputati con l’accusa di ricettazione aggravata siede una hobbista riminese di 74 anni difesa di fiducia dall’avvocato Andrea Muratori.

La storia

I guai per la signora sono iniziati il 21 giugno del 2020. Quel giorno, come fatto già altre decine di volte, caricata l’auto è per partita con la sorella da Rimini: destinazione il mercato rionale di Pesaro. Individuata la sua postazione, ha allestito lo spazio vendita e, scaricato il baule dell’auto, ha messo in bella mostra vasellame, ceramiche, piatti, tazze, tazzine, bicchieri di varie fatture, indumenti e tanti altri vecchi ricordi di cui qualcuno si era voluto sbarazzare.

Colpo di scena

All’improvviso tra i curiosi si sono materializzati i militari dell’Arma deputati alla tutela del nostro patrimonio artistico, sempre ambitissimo dai tombaroli. La loro attenzione è stata richiamata da 16 “cocci” , resti presumibilmente di un’anfora, di un piatto. Sequestrati e fatti esaminare dalla Soprintendenza ai beni archeologici di Ancona due sono risultati essere realmente reperti di epoca etrusca. Inevitabile è così scattata la denuncia per ricettazione aggravata.

La difesa

Ovviamente caduta dalle nuvole, la signora con il suo legale è riuscita a ricostruire l’esatta provenienza dei suoi guai. Quei due frammenti facevano parte dell’eredità lasciata da un ristoratore sammarinese al figlio alla sua morte. L’erede aveva messo lo scatolone nella cantina di casa e quando ha deciso di liberarsene lo ha affidato alla donna delle pulizie, che conosceva la passione della 74enne e l’ha consegnato all’imputata senza che lei verificasse cosa ci fosse dentro. Nuova e probabile ultima udienza davanti al Tribunale monocratico di Rimini il prossimo 6 ottobre.

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