«Senza quel cuore romagnolo e quello spirito imprenditoriale, Marr non sarebbe diventata quello che è oggi». Nell’accomiatarsi dall’azienda che l’ha accolto per la prima volta il primo gennaio 1993, l’ex presidente Ugo Ravanelli, da cremonese, omaggia lo spirito tipico della Romagna. Quello che, a detta del manager che ieri ha chiuso la sua ultima giornata di lavoro, ha condotto l’azienda al vertice del settore della distribuzione e della commercializzazione dei prodotti alimentari. Ieri, infatti, Marr (oggi nel gruppo Cremonini) ha approvato il bilancio d’esercizio 2022, con la distribuzione di un dividendo lordo di 0,38 euro per azione, nominando il nuovo consiglio di amministrazione e il collegio sindacale. L’uscita dello storico Ravanelli ha imposto quindi il passaggio del testimone, già raccolto da Andrea Foschi, il nuovo presidente, affiancato da Francesco Ospitali, confermato amministratore delegato.
Una vita di successi
La carriera di Ravanelli in Marr, che all’età di 69 anni ha deciso di «fare largo ai giovani», ha avuto inizio esattamente 30 anni fa, quando entrò a far parte del colosso dell’agroalimentare come direttore operativo, per poi divenire ben presto amministratore delegato e poi presidente. Un impegno per il quale si è speso con vocazione, prendendone le distanze solo per poco più di un anno, tra il 2018 e il 2019, quando ha ricoperto l’incarico di amministratore delegato in Italian exhibition group con l’obiettivo di accompagnare l’azienda nel percorso di quotazione in borsa, pienamente raggiunto. «Ho chiuso il ciclo dell’obiettivo della quotazione nel mercato regolamentato e sono rientrato», spiega, affermando di avere l’intenzione, ora, di godersi la pensione, seppur con riserva. «Nella vita si deve essere sempre pronti ad affrontare nuove sorprese. Non ho paura di annoiarmi, ci sono così tante cose da fare. Però...». L’uscita da Marr, d’altronde, è stata lineare, nessuno scossone. «Era scaduto il mandato – spiega – e io non ho dato la disponibilità al rinnovo. Al momento, penso che gli anni lavorati possano bastare». Domandando a Ravanelli qual è il ricordo più bello dei tre decenni trascorsi in Marr, la risposta va dritta ai colleghi, alle persone che ha incontrato. «Può sembrare banale – dice –, ma non lo è. Sono le persone che si incontrano che fanno i progetti, i risultati, i cambiamenti. Persone eccellenti alcune delle quali sono in pensione o non ci sono più. Un auspicio per Marr? Che continui a crescere».