Rimini. Porta la droga al fratello in carcere: arrestato

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In visita al fratello detenuto nel carcere di Rimini riesce a consegnargli la droga durante il colloquio, ma viene sorpreso e arrestato dagli agenti della polizia penitenziaria. Con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti è finito in manette, raggiungendo un quarantaseienne originario di Villa Verucchio (J.A. le sue iniziali), una vecchia conoscenza della giustizia. L’episodio è accaduto nel primo pomeriggio di sabato scorso, data di incontro con i parenti, attorno alle 14.15 al termine del colloquio con il detenuto. Schermo in plexiglass, guanti, mascherine anti-Covid. Al momento dei saluti i due fratelli, come spesso accade in quella circostanza tra familiari, hanno cercato un fugace contatto a mo’ di saluto. Non un abbraccio. Semplicemente hanno allungato il braccio e si sono dati il pugno. In quel momento la droga è passata di mano. Dodici grammi e mezzo di hashish. Un gesto repentino che è sfuggito alla vista di tutti, ma ha insospettito uno degli agenti della polizia penitenziaria, abile nel bloccare il protagonista dello scambio. «Non ho niente da nascondere», ha protestato il visitatore. La droga, infatti, era già al sicuro sotto i pantaloni indossati dal detenuto, perquisito prima di fare ritorno in cella. È scattato il sequestro ed è stata formalizzata l’accusa. Un bel colpo da parte dei baschi blu guidati dal comandante della polizia penitenziaria di Rimini, commissario Gabriele Celli. Per evitare l’ingresso di sostanze stupefacenti nella casa casa circondariale, fenomeno molto diffuso nelle prigioni italiane, i superiori invitano di continuo all’attenzione durante i colloqui. La risposta degli agenti non si è fatta attendere a dimostrazione della loro professionalità. Il giudice del tribunale di Rimini ieri ha convalidato l’arresto e disposto che il verucchiese resti in carcere: raggiungerà il congiunto dietro le sbarre. Accertamenti sono in corso anche sulla possibile destinazione della droga: diretta a un uso personale o pronta a diventare oggetto di compravendita tra compagni di cella e di sezione? Metà dei detenuti a Rimini sono tossicodipendenti. In passato, durante le ispezioni, gli agenti della polizia penitenziaria hanno recuperato della droga nascosta nelle intercapedini delle aree comuni. Poco più di un anno e mezzo fa, prima delle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria, in circostanze analoghe, erano state arrestate ben due mamme “premurose”: entrambe sorprese a cedere della droga ai rispettivi figli detenuti nel corso del colloquio.

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