Rimini, Pesce Azzurro: "Chiudiamo un mese, lavoratori a casa"

Archivio

Dopo mesi di denunce e lamentele contro il caro bollette, ecco le prime conseguenze. Le prime “chiusure forzate”. Come quella di “Pesce azzurro”, il ristorante self service di Miramare, che terrà le saracinesche abbassate per un mese: dal 2 novembre al 2 dicembre. Colpa dei 46mila euro sborsati - 23 mila a luglio, altri 23 mila ad agosto (14 mila euro nei due mesi del 2021) - per il consumo di energia elettrica.

I pannelli fotovoltaici

Spiega l’amministratore della nota catena di ristoranti Marco Pezzolesi: «Vorrei subito precisare che non è una chiusura definitiva, ma temporanea, della durata di appena trenta giorni. Riapriremo, infatti, il 3 dicembre. Le due bollette estive sono state pesantissime, così abbiamo deciso di mettere in cassa integrazione i dipendenti: 15 a Rimini, 25 a Cattolica, 120 in tutto aggiungendo anche le attività di Fano e Senigallia. Novembre, tra l’altro, è solitamente un mese poco produttivo. Ora installeremo dei pannelli fotovoltaici là dove possibile, dove c’è una copertura o parcheggi adatti. Purtroppo non a Rimini dove non abbiamo tetto e gli spazi di sosta non ci sono».

Aumento del prezzo del menù

Insomma, i problemi non sembrano finire. «Speriamo che dal governo arrivino delle soluzioni, così non andiamo avanti», commenta Pezzolesi. “Pesce azzurro”, tra l’altro, causa restrizioni, ma anche aumenti dei prodotti e dell’energia, per far quadrare i conti era stato costretto a ritoccare i prezzi, da 14 euro a 15 euro a pasto completo. Che comprende due antipasti, un primo piatto, due secondi con contorno, acqua e vino. «Potrete capire – sottolinea Pezzolesi - come la nostra forza stia nella quantità, lavoriamo cioè sui coperti. E col covid e le chiusure questi numeri sono drasticamente calati. Mentre quest’anno, in particolare a Rimini, non sono tornati ai livelli pre-pandemia. Basti pensare, infatti, che da maggio a settembre abbiamo toccato, nei fine settimana, picchi di appena 500 coperti e di 300-400 nei giorni feriali, oltre ai 200 coperti dei fine settimana del periodo invernale (nei giorni feriali il ristorante resta chiuso, ndr). Mentre a Cattolica, l’attività che abbiamo all’interno dell’Acquario (apertura stagionale, dal 1° aprile al 30 settembre, ndr), abbiamo raggiunto anche i 1000 coperti quotidiani nei week end, 600-700 nei giorni feriali».

Aumento dei fatturati

Per un fatturato che se nella città della Regina è lievitato rispetto allo scorso anno, a Rimini, invece, è rimasto invariato.

Chiosa quindi amareggiato Pezzolesi: «A Cattolica, quest’anno, abbiamo raggiunto un milione e 700 mila euro contro un milione e 300 mila euro del 2021. A Rimini, invece, nonostante lo scorso anno avessimo avuto, causa lockdown, lunghi periodi di chiusura, il fatturato è cresciuto poco: 700 mila euro l’anno passato, 750 mila euro quest’anno. E sapete perché? Paura per il covid a parte: la gente non ama gli assembramenti mentre il nostro servizio si basa molto su quello, visto che lavoriamo sui numeri alti di clientela presente nel locale, quello che ritengo abbia influito negativamente molto sul fatturato sono stati i lavori per il Parco del mare. Con la carenza di parcheggi conseguente. Se la gente non trova posto dove lasciare l’auto, noi ci rimettiamo».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui